
La Lega Pro ha fatto un importante passo nella gestione economica del calcio di terza serie, pubblicando una pagina informativa sui principali quotidiani sportivi per spiegare nel dettaglio il nuovo sistema di Salary Cap approvato nell’assemblea dello scorso 29 aprile a Firenze. Il documento pubblicato rivela che l’introduzione del tetto salariale è il risultato di un’analisi condotta in maniera compartecipativa dai club di Lega Pro durante specifici tavoli di lavoro. Questo «approccio collaborativo ha permesso di elaborare un sistema calibrato sulla realtà dell’ecosistema societario della Serie C, dimostrando una volontà collettiva di affrontare le sfide economiche del calcio professionistico di terza serie».
Un modello relativo, non assoluto
A differenza di quanto si potrebbe pensare, il modello adottato dalla Lega Pro non è un absolute Salary Cap come quelli presenti in alcune leghe sportive internazionali. Si tratta invece di un relative Salary Cap, basato sull’individuazione di un rapporto ottimale tra gli emolumenti complessivi e il valore della produzione del club.
Questo approccio consente di determinare una soglia di monte ingaggi adeguata per ciascuna società. Non viene quindi preso in esame l’ingaggio del singolo calciatore, ma piuttosto il rapporto complessivo tra costi degli stipendi e ricavi prodotti dalla società.
Implementazione graduale e sanzioni
Il modello entrerà in applicazione in via sperimentale nella stagione sportiva 2025/26, permettendo una corretta simulazione dell’impatto che comporterebbe sull’operatività delle società. Questo periodo di prova servirà anche per rivedere eventuali disposizioni che potrebbero essere migliorate per garantire la stabilità finanziaria dei club.
Un elemento interessante del sistema è la previsione di conseguenze per le società che non rispetteranno i parametri. Secondo quanto spiegato nel documento, i club che non daranno piena attuazione al Salary Cap dovranno versare importi in un fondo che sarà interamente destinato a finanziare l’attività di sviluppo dei settori giovanili di tutti i club associati alla Lega Pro, in linea con gli obiettivi della Riforma Zola.
Durante la stagione sperimentale, è previsto un confronto con gli organismi preposti per trovare il giusto contemperamento degli interessi di tutte le parti coinvolte e sviluppare una corretta politica gestionale che diventerà effettiva nella stagione successiva.
Un sistema che non limita la competitività
Un aspetto importante del nuovo sistema è che, essendo adottato in via autoregolamentare, non prevede preclusioni per l’ammissione al campionato o per la disputa delle competizioni. Questa caratteristica distingue il modello italiano da alcuni sistemi più rigidi adottati in altre leghe sportive internazionali, garantendo che l’equilibrio finanziario non vada a discapito della competitività sportiva.
