Al triplice fischio di Lecco-Catanzaro, mister Achille Mazzoleni ha potuto finalmente tornare a vivere da protagonista le emozioni del campo. Dopo tre giornate di squalifica che lo avevano costretto a seguire le partite decisive dai gradoni, il tecnico bluceleste ha ricevuto la medaglia dal presidente della Lega Pro Matteo Marani, coronando una stagione che ha scritto la storia del settore giovanile lecchese. Nonostante la sconfitta per 3-2 nella finale del Trofeo Dante Berretti, l’allenatore lecchese guarda al futuro con ottimismo, consapevole di aver centrato l’obiettivo principale: portare il Lecco in Primavera 2 per la prima volta nella storia del club. E pure con un anno di anticipo rispetto alle idee della società.
Lecco in Primavera 2, l’intervista di mister Achille Mazzoleni
Mister, un lecchese che festeggia una promozione in Primavera 2 che la società ha inseguito per tanti anni.
«Sì, peccato per oggi perché sinceramente credo che tutte e due le squadre avrebbero meritato di finire vincendo. Però bisogna scegliere il campione e assegnare il titolo nazionale. C’è da non dimenticare che tutte e due le squadre hanno vinto il campionato Primavera 3, tutte e due l’anno prossimo parteciperanno al campionato Primavera 2. Probabilmente era un obiettivo non dichiarato all’inizio. Ci speravamo tutti, ci abbiamo creduto fin dall’inizio perché con Paolo Pennati, con cui alla fine ci siamo rapportati tutte le settimane, prima ancora di iniziare era un po’ la sua richiesta: ‘Mister, vorremmo che tu ci portassi in Primavera 2′. Io non li ho portati in Primavera 2, ci siamo andati tutti insieme. Dico così perché questi ragazzi hanno fatto un percorso e una crescita enorme dalla fine girone d’andata e ha finito in crescendo. A parte le quattro-cinque partite di fine anno che sappiamo tutti, quando abbiamo fatto quattro sconfitte. Però, al momento giusto ci siamo rimboccati un po’ le maniche, abbiamo recuperato un po’ di giocatori e al completo abbiamo dimostrato di essere stata la migliore del girone A».
Riguardo all’episodio del mancato rigore al nono minuto…
«Sì, anche dall’alto sembrava un rigore netto. Probabilmente era troppo presto, non so, magari l’arbitro avrebbe potuto fischiare rigore ed espellere il giocatore del Catanzaro perché era comunque una chiarissima occasione da gol. Non abbiamo perso per quel rigore mancato, avrebbe potuto sicuramente cambiare la partita e probabilmente avremmo parlato di qualcos’altro, ma con i ‘se’ e con i ‘ma’ non si vince nulla. Prendiamoci la vittoria di Mantova di 7 giorni fa e archiviamo questa stagione, poi penseremo a qualcos’altro, all’annata nuova».
Loro pieni di 2006 e con dei 2005, voi di 2007. Avete la rosa più giovane del girone A, e comunque vale doppio sotto un certo punto di vista.
«Detto bene. Avevo chiesto di poter stare almeno 2 anni perché sapevo, avendo visto i 2007 dell’anno scorso e conoscendo un po’ i 2006 che avevo visto e seguito anche nelle squadre in Serie D. Non mi aspettavo certo dei 2008 così bravi, come invece si sono dimostrati: da Nova, Cosi, Manzinali, Balliano, Gianola, Polnoli, Braga, ce ne sono veramente tanti. Io volevo cercare di vincere, ma se non fosse andata così avrei provato a lavorare sui due anni con queste le annate. Abbiamo accorciato un po’ i tempi. Adesso non vogliamo certo solo partecipare, ma vogliamo ben figurare anche in Primavera 2, quindi ci sarà da lavorare: ci faremo trovare pronti. Io, da lecchese, penso che i lecchesi non mollino mai anche se il mio passato parla biancoazzurro. Adesso andrò un po’ in vacanza, ma la mia testa è quella che pensa bluceleste, lavoro per il Lecco e quindi voglio ben figurare anche l’anno prossimo».
Si ripartirà da questo gruppo:
«Ci sarà da divertirsi e speriamo che con questa vittoria del campionato si possa essere seguiti ancora di più. Sicuramente verranno anche squadre più prestigiose a Lecco. La cosa bellissima che mi porto dietro è l’aver visto circa mille persone allo stadio per la partita con il Mantova. Penso che vedere una Primavera allo stadio con tutta quella gente sia forse un po’ la fotografia che mi porto dietro, nonostante io fossi in mezzo a quei tifosi e abbia sofferto come loro. Però, vedere i ragazzi essere applauditi a fine partita da mille persone penso che non sia una cosa da tutti gli anni. Oltre alla vittoria, la cosa bella è quella di aver portato tanta gente allo stadio».
