
Ancora insieme. Leon Sipos ha messo nero su bianco il rinnovo contrattuale fino al 2027, sigillando così la sua permanenza in bluceleste dopo una stagione da protagonista assoluto con 12 gol e 3 assist. L’attaccante croato, una delle grandi rivelazioni della scorsa annata, ha parlato del suo futuro al Lecco, dell’integrazione dei nuovi compagni stranieri e degli obiettivi per la prossima stagione durante il ritiro in Trentino-Alto Adige. Corposi i volumi di lavoro atletico – e non solo – imposti dallo staff tecnico guidato da mister Federico Valente, che ha voluto una squadra giovane e fresca, totalmente diversa da quella che ha affrontato la prima parte della difficile stagione 2024/2025. Tanti sono anche gli stranieri nel gruppo: chi meglio di Sipos può spiegare cosa significhi atterrare nella complessa Serie C italiana da un campionato estero? Di questo e altro il bomber croato ha parlato nell’intervista concessa in esclusiva a lcnsport.it.
Calcio Lecco, l’intervista a Leon Sipos
Leon, il rinnovo di contratto fino al 2027 è stato un passaggio naturale o c’è stata qualche riflessione?
«Sono contento di rimanere qua, perché credo nel progetto e loro credono in me. Sì, abbiamo parlato e penso che abbiamo fatto la scelta giusta. Continuiamo così e vediamo come va questa stagione. Spero che vada molto meglio rispetto alla scorsa, sia personalmente e anche a livello di squadra».
Ci sono state offerte da altre squadre o proposte dalla categoria superiore durante questa estate?
«Si parla, ma di offerte ufficiali non ne ho viste. Ho parlato anche con il mister e i dirigenti: abbiamo parlato del progetto di quest’anno e di come pensano loro rispetto a questo. Anche io ho avuto l’idea di rimanere in un posto dove mi trovo bene, mi serve fare questo perché si lavora molto, molto bene. Come ho già detto si possono fare tante cose migliori rispetto all’anno scorso: per questo siamo arrivati alla firma del nuovo contratto».
Come sta procedendo il ritiro in Trentino e cosa vi sta chiedendo il mister dal punto di vista dell’impegno fisico?
«Si lavora forte, come accadeva anche prima, perché lui ha un’idea importante; alla base ci sono atteggiamento e impegno. Anche i nuovi arrivati ci mettono l’impegno e l’atteggiamento giusto; lavoriamo molto bene, secondo me. Sono i primi giorni di lavoro dopo due mesi senza essere stati sul campo, ma penso che se continuiamo con l’atteggiamento giusto possiamo fare solo meglio. In questo momento siamo in salita, diciamo così».
Molti nuovi acquisti arrivano dall’estero. Tu questa esperienza l’hai vissuta: cosa vuol dire?
«Certo, non è facile di sicuro per ragazzi che non parlano la stessa lingua. Tanti sono anche giovani, non è semplice. Tre o quattro parlano la stessa lingua, ma non sono e non si sentono soli; tutti noi diamo un aiuto ai ragazzi per permettere loro di entrare velocemente dentro il nostro ritmo. Il calcio che hanno giocato finora è molto differente, forse cambia per l’aspetto fisico e la velocità: come ho detto, hanno l’atteggiamento giusto e se continuano così penso che sarà più veloce la loro integrazione».
Come procede la costruzione del gruppo, considerando che l’anno scorso avete trovato la quadra solo nel girone di ritorno?
«Penso che stiamo creando un gruppo vero, perché tutti i ragazzi sono veramente giusti; se dico di non fare i fenomeni, nessuno fa il fenomeno, ecco. Siamo un gruppo, si sta creando una buona atmosfera. Con queste due-tre settimane di lavoro creeremo un gruppo migliore. Anche il mister chiede di non fare dei gruppetti tra stranieri, vecchi e via dicendo. Proviamo a creare un gruppo unico e penso che ce la faremo».
Dopo 12 gol sei atteso alla conferma. Come vivi questa responsabilità rispetto all’anno scorso?
«Sì, lo scorso venivo da un infortunio e un obiettivo di gol da raggiungere. Ci sono arrivato, ora devo metterne uno molto più alto. Penso solo a dover migliorare ogni giorno, ascoltando le indicazioni del mister e capendo cosa voglia da me. Non guardo al mio status, perché fa parte del passato: non bisogna pensare a quello, ma dal fatto che si riparta da zero e con tutto da fare».
Ritieni questo Lecco, con l’80% della rosa già definita, una squadra forte possa migliorare nel tempo?
«Sì, certo. Sono venuti tanti giovani, ma che hanno fisicità e gambe per andare forte. Penso che questo, sommato ai vecchi che sono rimasti e daranno esperienza, possiamo creare un gruppo che sia in grado di aiutarsi. I vecchi aiutano con l’esperienza e i giovani aiutano perché vanno a duemila, obbligandoti ad andare altrettanto forte: così un gruppo si fa bene».
