Niente da fare. Anche questa volta il Lecco non riesce a strappare la vittoria contro la Virtus Verona – mai ottenuta negli scontri diretti -, nemmeno dopo aver chiuso sul doppio vantaggio il primo tempo grazie ai gol dell’ex Metlika e di Sipos su calcio di rigore; al “Gavagnin-Nocini”, più che da altre parti, non è veramente mai finita: il lampo di Zarpellon (tiro dalla media distanza pizzicato quanto basta da Romani) e la stoccata di Pagliuca (deviazione netta di Rizzo) all’inizio del recupero hanno rimesso tutto in equilibrio nonostante le tante occasioni che – prima e pure dopo – i blucelesti costruiscono dalle parti di Sibi. Rimane tantissima amarezza in bocca per aver visto erodersi il capitale accumulato nel corso dei primi 45′, ma a onor del vero pure Furlan per tutta la gara si è messo in mostra compiendo svariati interventi decisivi. Pareggio giusto, ai punti, ma è una versione molto difficile da accettare per come si erano messe le cose.
Virtus Verona 2-2 Lecco, l’intervista di mister Federico Valente
Mister, bellissima partita. Qual è il tuo stato d’animo?
«Ci conosciamo da mesi, essere contento è difficile anche se avessimo fatto meglio con il risultato. Faccio i compimenti a tutti coloro che hanno giocato oggi, la partita è stata molto intensa e combattuta, ma anche con bei gesti tecnici: abbiamo fatto il miglior primo tempo della stagione, ma poi devi capire i momenti e questo è il prossimo step da fare perché avremmo potuto mettere il tappo con il 3-1. In fin dei conti hanno avuto dei tiri da fuori, ma sul 2-0 devi portarla a casa; non mi sembra il momento di essere deluso e incazzato: i ragazzi sono consapevoli della situazione e questo mi aiuta a lavorare bene».
Capire i momenti, per l’appunto:
«Sì, se metto il tappo poi è veramente finita. Ai ragazzi dico sempre che c’è tanto da crescere, perché le occasioni vanno finalizzate meglio».
Kritta a destra, Pellegrino a sinistra:
«In conferenza prepartita ho detto che ho le idee chiare, volevo avere 4-5 centrocampisti in campo con il piede invertito. Il piano è andato bene, abbiamo reagito sulla loro contromossa ed è andata anche bene e se fossimo stati più chiari nel gioco avremmo portato a casa la partita. Vorrei ringraziare anche i tifosi che sono arrivati qua e hanno dato una mano in una partita sicuramente strana per i nostri giocatori che sono abituati a un altro clima. Siamo comunque imbattuti da otto partite e non è poca cosa».
Sul cambio Alaoui-Sipos:
«Leon è pericoloso sempre, ma mi sembrava non potesse pressare forte come hanno fatto i nuovi entrati. Due volte è entrata la palla in area e due tiri deviati… Dobbiamo essere più chiari e buttarla in tribuna».
Cos’è cambiato da Caldiero?
«Pensavo all’aver perso e a come abbiamo perso, volevamo già vincere fuori casa prima della fine dello scorso campionato. Abbiamo scelto i giocatori in base alle caratteristiche umane e, ovviamente, anche tecniche. Io non sono sorpreso di essere lì visto come lavorano ogni giorno: peccato non aver vinto, avremmo messo della pressione».
Ti aspettavi una Virtus così combattiva?
«Sì, basta vedere l’ultima partita con l’Union Brescia e si sa che non mollano mai. Tranne, penso, se avessimo fatto il 3-1; so che le squadre del mister sono così».
Virtus Verona 2-2 Lecco, l’intervista di Jacopo Furlan
Jacopo, tu e Sibi i migliori:
«Da fuori magari è stata bella da vedere, ma chiaramente rimane l’amaro in bocca. Il risultato è giusto, al di là di tutto».
Il mister ha detto che è mancata la lettura di alcuni momenti:
«Sono assolutamente d’accordo, in due-tre episodi siamo mancati magari per esperienza o per furbizia nelle letture. Magari il gol lo prendi lo stesso, ma ti rimane l’amaro in bocca perché magari per un niente avremmo fatto sparire la palla dallo stadio. Non siamo stati i soliti, ovvero cattivi, duri e intensi: abbiamo concesso, oggi».
Estremizziamo: provare sempre a giocare può esser un limite?
«Assolutamente no, siamo stati un pelino sottotono per l’attitudine che abbiamo sempre avuto per quanto riguarda la voglia di non prendere gol. Poi, avere una propria identità è qualcosa d’importante».
Magari con 400 persone dietro le spalle…
«Ringraziamo chi c’era e capiamo anche chi non c’era. Certo, questo stadio porta il pubblico praticamente in campo. Sarebbe stato sicuramente un aiuto, non so in che percentuale. Ci tengo comunque a ringraziare chi ci ha dato il proprio supporto oggi».
Virtus Verona 2-2 Lecco, l’intervista di mister Gigi Fresco
Mister, una delle partite più belle:
«I messaggi che mi sono arrivati dicono questo, dalla panchina si capisce fino a un certo punto. Pareggio giusto? Sul primo gol subito abbiamo sbagliato qualcosa, sul secondo prendiamo rigore da fallo laterale… Un tiro e due gol. Nel secondo siamo stati bravi a rimontare e a tenere l’equilibrio per non prendere contropiedi: penso che il risultato giusto sarebbe stato 4-1, ma non dimentichiamoci che nel finale abbiamo rischiato di prendere il 3-2».
Tanti contenuti tecnici d’altra categoria:
«Sul primo gol ci siamo fatti sorprendere e li avevo richiamati poco prima su una situazione simile però Antonio è stato veramente bravo a tirare così. Forse avevamo un uomo in meno lì in mezzo, uno dei trequartisti si è abbassato in mezzo e sono anche tecnicamente bravi. Nel primo tempo abbiamo avuto tante occasioni e messo tanti cross pericolosi con Patanè; c’era anche l’idea di far riposare Mancini e Fanini».
Ora avete il Vicenza, Brescia e Lecco hanno detto che avete spina dorsale e valore tecnico:
«A New York c’è un ristorante favoloso che si chiama Stardust dove vengono assunti dei camerieri che in realtà sono musicisti: noi prendiamo giocatori tecnici e pian pianino cerchiamo di aumentare la componente agonistica; a volte si paga all’inizio sulla fase difensiva, ma a prendere giocatori scarsi tecnicamente è poi difficile farli diventare bravi».
L’aspetto negativo è nei due gol subiti:
«Sul primo, il secondo è un fallo laterale che sbatte sulla mano… La regola è cambiata tante volte, una “bomba” che prende la mano aperta è rigore: oggi probabilmente c’era, ma è anche difficile da evitare. Per gli arbitri non è facile muoversi tra le tante interpretazioni».
In tanti meriterebbero una menzione speciale, ma Daffara è stato solidissimo e Sibi decisivo come Cuel:
«Cuel è un talento destinato a esplodere».
Cosa c’è di bello in questo campionato e cosa meno?
«Mi piace tutto, non muore mai questa squadra ed è la terza partita che raddrizziamo dopo il 90′. Non perdiamo mai la testa né buttiamo il pallone lungo come hanno fatto loro oggi».
Il gol di Pagliuca è figlio di una lettura tattica?
«Sì, oggi eravamo 3-4-3 in quel momento perché stava facendo la mezza punta offensiva con Fabbro. Sono veramente contento per lui visto quello che ha passato, è andato a operarsi in Finlandia con una spesa notevole visto che l’infortunio era veramente importante; sono contento anche Zarpellon che si merita questo gol: sapere cosa io pensi di quel giocatore straordinario».
