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"Yoga e sport" con Yoga Nilaya

“La forza che nasce dal respiro”

Lo yoga entra nei protocolli di allenamento di atleti e squadre professionistiche: respirazione, equilibrio e concentrazione diventano strumenti di performance tanto quanto la forza muscolare.

Una classe al lavoro a Yoga Nilaya
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Tempo di lettura 5 minuti

Nel mondo dello sport contemporaneo, dove ogni gesto è misurato al millisecondo e ogni performance ottimizzata al limite delle possibilità fisiche, lo yoga sembra appartenere a un altro universo: silenzioso, contemplativo, quasi immobile.
Eppure, proprio in questa apparente quiete si nasconde una delle più antiche e raffinate tecniche di allenamento integrale dell’essere umano — fisico, mentale e fisiologico.

Chi si avvicina allo yoga da atleta lo fa spesso per “allungarsi un po’”, scaricare tensioni o migliorare la mobilità articolare. Ma dopo poche lezioni scopre che la vera sfida non è nel corpo, bensì nel respiro.
Il respiro nello yoga non è un automatismo, ma un atto tecnico. È ciò che governa il ritmo del movimento, stabilizza il battito cardiaco e regola la percezione dello sforzo.

La rubrica “Yoga e sport”

Il respiro come strumento di performance

Le neuroscienze sportive oggi confermano ciò che i maestri yogi insegnano da secoli: il controllo del respiro influenza direttamente il sistema nervoso autonomo.
Durante una gara, la respirazione superficiale — tipica della tensione e dell’adrenalina — alimenta la reattività ma riduce la lucidità.
Al contrario, una respirazione profonda, lenta e ritmica, attiva il sistema parasimpatico, favorendo uno stato di concentrazione stabile, riducendo il consumo energetico e migliorando la coordinazione motoria.

Nella pratica dello yoga, ogni postura (āsana) è associata a una respirazione consapevole. L’obiettivo non è la forma, ma la continuità del respiro dentro la forma.
Questo allenamento silenzioso costruisce una qualità psicofisica rara nello sport moderno: la presenza sotto sforzo.

Un atleta che impara a respirare in modo consapevole in una postura di equilibrio complesso — ad esempio nella postura dell’albero (Vṛkṣāsana)o della barca (Nāvāsana)— sviluppa la stessa stabilità mentale richiesta nei momenti decisivi di una competizione: un rigore, un lancio, una discesa, una volata.

Dal tappetino al campo

Non è un caso che molte squadre professionistiche abbiano integrato lo yoga nei propri protocolli: i Los Angeles Lakers (qui), la nazionale neozelandese di rugby (qui), e persino team di Formula 1 (qui) lo utilizzano come strumento di gestione mentale e prevenzione infortuni.
Lo yoga insegna ad ascoltare il corpo prima che invii segnali di sovraccarico, e a costruire forza senza rigidità.

Dal punto di vista fisiologico, la pratica regolare migliora la variabilità cardiaca — indice di un buon equilibrio tra tensione e rilassamento — e ottimizza la propriocezione, ossia la percezione spaziale del corpo in movimento.
Ma il beneficio più evidente, per chi pratica sport, è nella qualità della concentrazione.
Chi si allena nello yoga impara a isolare il gesto dall’esito, a “stare” nel presente del movimento, senza proiettarsi nella vittoria o nella paura dell’errore.

L’arte di non reagire

Ogni postura dello yoga è, in fondo, un piccolo laboratorio di autocontrollo.
Si entra, si respira, si attende. Il corpo trema, la mente vuole scappare, ma il respiro rimane.
È un addestramento alla calma, non alla passività: la calma che permette di agire con precisione quando serve.

Questa disciplina mentale è ciò che trasforma lo yoga in un complemento naturale dello sport agonistico.
Non c’è nulla di mistico, ma una fisiologia del silenzio: lo spazio interiore che separa l’impulso dalla risposta.

Un’idea antica, una necessità moderna

La parola yoga (योग) deriva dalla radice sanscrita √yuj, che significa unire, congiungere, aggiogare, orientare, disciplinare, e rappresenta un metodo per connettere il corpo con la mente, il gesto con il respiro, l’azione con la consapevolezza.
In un’epoca in cui l’allenamento è spesso ridotto a numeri e dati biometrici, lo yoga restituisce la dimensione qualitativa del gesto: come lo si compie, con quale attenzione, con quale intenzione.

Non serve diventare esperti di posture yoga o praticare ore infinite al giorno.
Basta introdurre una breve routine di respirazione e allungamento consapevole prima o dopo l’allenamento per percepire la differenza.
In poco tempo, la mente diventa più stabile, il corpo più reattivo, e l’allenamento stesso più efficiente.

Lo yoga non sostituisce lo sport: lo completa, lo purifica e lo rende più efficace.
È il filo sottile che tiene insieme forza e leggerezza, fatica e lucidità, gesto e respiro.
E in un mondo che corre, forse la vera performance sta nel fermarsi un momento — e respirare meglio.

La rubrica “Yoga e Sport – L’altra metà dell’allenamento”

a cura di Valentina Castelnuovo, insegnante certificata dal 2012, presidente di Yoga Nilaya

C’è un punto in cui la forza smette di essere solo una questione di muscoli, e diventa qualcosa di più sottile.
È lì che comincia lo yoga.

Per troppo tempo, lo yoga è stato percepito come un territorio distante dal mondo dello sport: lento, contemplativo, quasi mistico.
Eppure, chi lo pratica con costanza scopre presto che le sue regole e norme non sono affatto lontane da quelle dell’allenamento moderno: concentrazione, respiro, equilibrio, gestione dell’energia, recupero.

Lo yoga non sostituisce lo sport — lo completa.
È l’altra metà dell’allenamento: quella che non si misura in tempi o distanze, ma in presenza mentale, stabilità emotiva e intelligenza del gesto.
Il corpo, dopo tutto, non è un campo di battaglia, ma un alleato da conoscere con precisione e rispetto.

In queste pagine racconteremo lo yoga con linguaggio sportivo e contemporaneo, senza rinunciare alla sua profondità culturale.
Parleremo di come la respirazione può cambiare una prestazione, di come il recupero non sia un momento di pausa ma di costruzione, di come la calma interiore possa fare la differenza tra la distrazione e la lucidità.

Lo yoga non è una moda, ma una tecnologia antica per il corpo e la mente dell’atleta moderno.
Un invito a ritrovare il ritmo naturale dentro il ritmo del gioco.

ASD Yoga Nilaya | Ashtanga Yoga Lecco
23900 Lecco Via Fiumicella 25
www.yoganilaya.itinfo@yoganilaya.it
Tel. 347 8028594

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