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Lecco, ritorno a casa con l’Arzignano. Valente: «Pensiamo a noi stessi. Loro a due facce»

I blucelesti non vanno a segno – e non vincono – in casa dalla fine di settembre contro il Trento: dall’altra parte del campo la 17esima forza del girone, fresca di vittoria in Coppa

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La rincorsa continua. Il Lecco di Valente torna a giocare tra le mura amiche del “Rigamonti-Ceppi” dopo essere diventata una macchina da trasferta quasi perfetta; abbastanza assurdo, pensando che prima della vittoria di Monza il successo esterno mancava da 686 giorni. Contro l’Arzignano Valchiampo, in subordine, i blucelesti avranno anche la missione del ritorno al bottino pieno in via Don Pozzi, lì dove la vittoria sta mancando dal 21 settembre (Lecco 3-1 Trento) e non sono arrivati gol all’attivo tra Giana Erminio (0-0) e Union Brescia (0-1). La compagine veneta veleggia al diciassettesimo posto della classifica del girone A di Serie C, ma ha battuto un colpo in settimana conquistato l’accesso agli ottavi di finale della Coppa Italia di categoria battendo il Forlì a domicilio (0-1): un successo battezzato da mister Giuseppe Bianchini come «una spinta emotiva».

Prepartita Lecco-Arzignano Valchiampo, l’intervista di Federico Valente

Mister, con squadre di medio-bassa c’è sempre il rischio rilassamento:
«Mai guardare indietro, questa settimana abbiamo aumentato il lavoro a livello d’intensità e volume per fare i prossimi step. Sabato scorso la prova è stata cattiva e intensa, non era facile rientrare in campo dopo lo stop e difendere così; ogni partita è dura, difficilissima e arrivano da una vittoria fatta in Coppa oltre al pareggio della scorsa settimana. Mai mollare un millimetro, ma costruire di più la nostra idea».

Ci aspettiamo una gara simil Giana?
«Sì e no, l’Arzignano ha un mix tra venire alto e aspettare; recentemente hanno cambiato modulo, prepariamo la partita in base ai nostri principi ricavando delle soluzioni dalla visione dei video. Dobbiamo essere pronti per entrambi i casi e con i ragazzi abbiamo parlato dei loro punti di forza e deboli».

Grassini-Voltan e gli altri infortunati:
«Grassini ha ripreso completamente come Furrer, in gruppo da mercoledì e ieri ha fatto i primi contrasti; il suo recupero è molto veloce, penso sia una cosa mentale con uno scatto da fare lì: guardiamo come se la sente, decide lui se andare in campo o meno. Voltan ha ripreso, ma non è al 100% e non ci sarà. Marrone si è dovuto fermare, speriamo possa fare la rifinitura domani: siamo positivi».

Cos’hai preso dalla partita con il Renate?
«Prendo le idee da tutti i giorni, non solo dalle partite. Tutti gli attaccanti stanno spingendo, abbiamo scelte ampie ma quella finale la farò dopo la rifinitura, pensandoci la notte».

Davanti si è formata una griglia:
«Non vorrei essere arrogante o superficiale, ma guardo solo a noi. Mi concentro al massimo su quello che facciamo, se teniamo la media punti delle prime 10 partite siamo più che contenti: la viviamo così anche negli spogliatoi, ora non bisogna guardare il Vicenza che non vince; siamo contenti di essere dove siamo, ma perdere due volte cambierebbe la discussione».

Ancora su Renate-Lecco:
«A me piace di parlare 3-4-3 con il rombo, più che di 3-5-1-1 vedendo come Rizzo ha attaccato in occasione del gol; siamo arrivati come presenza in area, ma bisogna migliorare sui tempi. Tutti sanno cosa dobbiamo fare, in partita non sempre si legge bene un cross o una palla scoperta: ci sono dinamiche che vanno allenate. Ndongue? Non c’è solo lui, ha fatto bene ma stanno spingendo anche Galeandro e Alaoui, con Furrer ne avremo un altro ancora; siamo in difficoltà già nella scelta dei primi undici, non sono fan del “non cambiare la squadra che vince”: se uno fa bene in allenamento può avere un’occasione».

Sulla possibile assenza di Marrone:
«Ce ne sono tante, ne abbiamo parlato la scorsa settimana. Per questo mi piace cambiare posizione in allenamento, anche Grassini sa fare il braccetto».

Avete provato la difesa a quattro?
«Perché? No, come dico sempre parto da 0-0 e se rimane così hai almeno un punto, non prendere gol dà autostima; ormai sono molto italiano (ride, ndr). Se cambiassi sistema sarei un po’ folle, chiaro che senza giocatori potrebbe accadere ma preferisco onorare chi subentra in quella posizione e fa bene piuttosto che dire “non ho fiducia in te” cambiando modulo».

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