Leggo tanta amarezza nelle parole pronunciate ieri dal presidente Aniello Aliberti e non poteva essere altrimenti. Un patrimonio come lo stadio “Rigamonti-Ceppi” che viene completamente ignorato dall’attuale amministrazione comunale.
«Bocciato l’emendamento per sistemare la cabina elettrica»
Hanno fatto fatica a mettere i soldi per la tribunetta dei tifosi con disabilità e sotto la pressione dei miei emendamenti e delle reiterate richieste di intervento. Hanno un progetto esecutivo nei cassetti da anni di riordino della cabina elettrica che funziona ancora con un generatore diesel e non se ne fa nulla. Nonostante abbiano messo cinque milioni di avanzo di bilancio nel capitolo degli impianti sportivi hanno bocciato pregiudizialmente il mio emendamento di utilizzare 300.000 euro sullo stadio per sistemare, una volta per tutte, la questione della cabina elettrica.
«Evitare che la proprietà scelga alternative al Rigamonti-Ceppi»
Ora, trovare persone in loco che si avvicinano al Calcio Lecco e investono risorse proprie nella proprietà ho appurato, purtroppo, che non ce ne sono, perlomeno non hanno questa disponibilità. Al più, come stanno facendo, sostengono la squadra con sponsorizzazioni.
Quindi non capisco questa vocazione dell’amministrazione Gattinoni di non rendersi conto che lo stadio è di proprietà del Comune, che è giusto e doveroso investire, soprattutto che dobbiamo evitare in tutti i modi che la proprietà decida di fare scelte alternative al “Rigamonti-Ceppi”, come annunciato dal presidente.
Quando ero assessore ai lavori pubblici ho investito sullo stadio con risorse comunali ciò che si poteva: seggiolini, sky box per la sicurezza, luci, intervento di riordino dello stadio con i richiedenti asilo, le protezioni di sicurezza all’esterno richieste dalla prefettura. E questo lo si è fatto in un momento dove c’erano pochi soldi a causa del patto di stabilità e dei vincoli europei.
Convincere Aliberti a subentrare a Di Nunno prendendosi la responsabilità dell’intero pacchetto societario non è stato per nulla facile, ha mostrato grande coraggio e determinazione e questo gli va riconosciuto.
La proposta: alienazione e riqualificazione come a Bergamo e Milano
Ora, il Comune deve fare la sua parte, non possiamo nemmeno immaginare che il Lecco giochi in un altro stadio. Mi auguro che l’amministrazione al più presto sistemi la cabina elettrica e che proceda con una soluzione economica riconoscendo alla proprietà le spese di valorizzazione dello stadio già fatte.
Poi si potrebbe pensare di fare quello che altri sindaci lombardi stanno o hanno già fatto: inserire lo stadio nel piano triennale delle alienazioni e consentire ai privati interessati di procedere a una riqualificazione come avvenuto a Bergamo o come sta per avvenire a Milano “San Siro” per lo stadio Meazza.
Credo che la strada indicata dai sindaci Giorgio Gori prima e Beppe Sala poi, possa rappresentare un percorso virtuoso anche per Lecco consentendo di promuovere un intervento che renda moderno, attrezzato, funzionale, interconnesso e polivalente lo stadio dei lecchesi.
Ci vuole solo disponibilità, lungimiranza e buon senso. Restare fermi sulle proprie convinzioni determinerebbe solamente, nel caso di Aliberti, di passare, suo malgrado, dalle parole ai fatti.
Corrado Valsecchi
Capogruppo Appello per Lecco










