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Calcio Lecco 1912

Calcio, la fascia destra è un rebus: l’analisi tattica di Pro Patria-Lecco

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Metà ripresa: Parravicini scambia con Rigamonti e lancia in profondità Cioffi, che non “lascia andare” le gambe, non riesce ad agganciare un passaggio che andava con i giri giusti e disperde un’ottima, seppur potenziale, occasione per il Lecco.
L’immagine è rimasta impressa a non pochi spettatori e addetti ai lavori che si sono recati allo “Speroni” di Busto Arsizio per vedere la gara tra i blucelesti e la Pro Patria, decisa da una rete di Mario Santana al 42′ del primo tempo.

E sempre in tanti hanno fatto piovere parecchie critiche sulla testa proprio di Filippo Cioffi, esterno classe 1998 prelevato dalla Virtus Goti, formazione che milita in Promozione campana. Aldilà dei facili appellativi, il giovane ha dimostrato di essere ancora acerbo e ha palesato parecchie difficoltà nelle prime uscite stagionali, costringendo Cuoghi a sballottare Di Giovanni da una fascia all’altra.

Nonostante il rebus esterni, il Lecco ha imbrigliato discretamente bene gli spauracchi SantanaMauri per settanta minuti, nonostante i tanti scambi di posizione tra i due, con i continui scivolamenti di MapelliGarofoli che hanno tramutato il modulo dal 3-5-2 al 4-4-2 in parecchie occasioni, opposto al ferreo (e spesso molto fermo) 4-3-3 dei bustocchi. Discreta anche la prova di Orlando, finchè il fisico ha retto, e decisivi un paio d’interventi del portiere Martinez per tenere la vicino alla linea di galleggiamento.

A languire è stata ancora la fase offensiva, con un combattivo Rigamonti che è andato vicino al gol nelle uniche due occasioni in cui gli è stato dato supporto dal compagno Parravicini, ancora una volta troppo svagato negli ultimi trenta metri. Inspiegabile il cambio tra il lecchese e Raviotta, incapace di dare un contributo degno di nota alla squadra.

Complessivamente, il reparto che ha dato le migliori risposte è stato il centrocampo, con Riva, seppur nervoso, l’ultimo arrivato GuittoRomano a tener la testa alta e il pallone tra piedi. Peccato, come detto, che manchino ancora profondità e sovrapposizioni puntuali sulle fasce che possano rendere efficace la manovra negli ultimi trenta metri e permettano di schiacciare l’avversario a ridosso o anche all’interno dell’area di rigore.

A.A.A. Cardinio aspettasi? Sarebbe come nascondersi dietro a un dito.

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