Quelli che come me hanno avuto la disavventura di assistere all’orrenda prestazione del Lecco di domenica scorsa a Scanzorosciate, contro la squadra locale neopromossa in serie D, sfociata in una cocente sconfitta per i colori blucelesti, avrebbero licenziato tutti gli attori di quello scempio: allenatore, staff, “consulente tecnico”, dirigenti senza nomina.
I tifosi lecchesi al seguito della squadra hanno gridato la loro vergogna e il loro disappunto al termine della gara. E dagli spogliatoi è giunta quasi subito la notizia dell’esonero di mister Stefano Cuoghi.
Sette gare disputate, con due sole vittorie e ben cinque sconfitte, hanno scritto la parola fine alla gestione del tecnico modenese.
Diciamolo chiaramente: a noi Cuoghi non è mai piaciuto. Ne riconosciamo la capacità tecnica e la preparazione da categoria superiore. Ma ci era parso da subito non adatto alla serie D.
Nello scarno precampionato, ricordiamo ancora alcune sue dichiarazioni che alla luce degli avvenimenti del campionato in corso paiono quantomeno stonate, tanto per usare un eufemismo.
Frasi del tipo: «Faremo un campionato di vertice, giocheremo sempre per vincere, siamo il Lecco». Oppure sul suo modulo, il 3-5-2 che considerava vincente e praticamente dogmatico, tanto da irritarsi in sala stampa quando qualche collega chiedeva lumi su una variazione con la difesa schierata a 4 in alcune fasi delle partite.
Anche con i tifosi non si è mai acceso il fuoco dell’amore. Cuoghi ha dato l’impressione di essere a Lecco quasi per caso, come se dovesse gestire il suo rapporto con squadra e società in modo freddo, distaccato.
Domenica scorsa, all’esonero, il mister di Modena non è parso per niente scosso o turbato dal licenziamento. Facendo capolino in sala stampa ha pronunciato la frase «Non parlo, mi hanno esonerato», lasciando senza un saluto i presenti e andandosene con malcelato sollievo.
Personalmente avremmo visto dignitose le dimissioni, contemporaneamente all’esonero di Cuoghi, di coloro che lo avevano collocato sulla panchina della Calcio Lecco. Tiziano Gonzaga e Paolo Battocchi sono, anzi erano, gli sponsor non solo di Stefano Cuoghi, ma anche di diversi giocatori presenti in rosa, non propriamente dei “top player”.
Si ricomincia da una bandiera, un Bluceleste vero: Alberto “Bebeto” Bertolini. Cresciuto con il Lecco, vi disputa numerosi campionati. Poi Crotone, Monza, Lucca, Vercelli, Sesto San Giovanni. Una persona seria, Bebeto. Preparato tecnicamente, lavoratore determinato, buon conoscitore del campionato di serie D.
Riuscirà Bertolini a rimettere in linea di navigazione la fragile barca bluceleste?
Noi pensiamo di sì!
Bisogna però che ci sia chiarezza da parte della società.
Ok, oggi Gonzaga e Battocchi hanno salutato la truppa e rassegnato le dimissioni, ma, appunto, chiarezza sulla loro presenza non è stata ancora fatta. Tutti hanno capito che la scelta di Bebeto non è ascrivibile a Gonzaga, e nemmeno al suo “tutor” Battocchi, del quale si è fatto fatica a comprendere il ruolo, visto che non ha ufficialmente quote societarie e nemmeno nomine dirigenziali. Ciò non di meno, Battocchi ha frequentato per mesi sede, spogliatoi, interloquisce con i giocatori come fosse un direttore generale, lo si vede sui campi delle società ospitanti e all’interno degli stessi spogliatoi.
Singolare per uno che non ha mai avuto cariche o quote, né risulta tanto meno tesserato…
Proprio il fatto di essere stato scelto dalla proprietà (Lario Auto Motonautica) e non dal duo Gonzaga/Battocchi, metteva Bertolini nella condizione di una certa difficoltà. Si poteva trovare come mister nel mezzo tra chi comanda perché ha le quote, e chi avrebbe voluto essere il nuovo comandante. Questa condizione, ora, fortunatamente mancherà, garantendogli, si spera, totale libertà di pensiero e azione. Con la sua testa e senza minimi condizionamenti.
Ora bisogna che Bebeto prenda in mano lo spogliatoio, che ascolti solo la sua esperienza, che segua le proprie idee con coerenza.
Lecco vuole bene a questo tecnico silenzioso ma determinato, e certamente lo tutelerà e gli darà supporto. Serve comunque la tutela della “Società”, che in quanto a chiarezza è ancora alle aste della prima elementare.
Poi la società dovrà fornire al nuovo tecnico qualche sostanziosa correzione nell’ambito di una rosa di prima squadra oggettivamente non all’altezza di un campionato almeno tranquillo.
E allora, bentornato Bebeto. Portaci in salvo, in un porto tranquillo. Guarda sempre avanti come hai sempre fatto nella tua lunga carriera, da calciatore prima, da tecnico poi.
Guarda avanti perché le tue spalle le difenderanno quelli che amano il Lecco, e tu lo sai, sono davvero tanti.
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