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Grafica | Reparti distanti, squadra e lanci lunghi: Lecco “no” a Busto Arsizio

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Difficile trovare una causa principe per cui il Lecco ha perso a Busto Arsizio con la Pro Patria. Difficile perchè, a ben vedere, di “no” ce ne sono anche troppi, pur essendo solo la prima giornata di campionato. Senza scadere nella facile catalogazione della “partita persa perchè il modulo era sbagliato”, refrain sin troppo utilizzato in queste prime sei settimane di lavoro, proviamo a dare qualche spiegazione in più alla giusta debacle bluceleste allo “Speroni”.

In primis, i giocatori del Lecco sono arrivati perennemente secondi: secondi sul pallone, secondi negli interventi (dopo 25′ tre quinti dei difensori avevano già visto il cartellino giallo sventolare sotto al loro naso), sostanzialmente secondi in quella che è una gara a due. Una condizione fisica ancora non brillante, al cospetto di una compagine più “bassa”, rodata e pronta, ha enfatizzato il tutto.

In seconda battuta, tatticamente la Pro Patria si è dimostrata superiore: il 3-4-3 sperimentato da Delpiano ha fatto acqua, perchè la squadra è stata sempre troppo lunga, Moleri probabilmente non ha il passo per fare l’esterno (problema principe e irrisolto della rosa), Bellanca è un classe 2000 che ha logicamente faticato nonostante il parecchio impegno profuso, Castagna ha preso botte a destra e a manca da ZaroMolnarBignotti e Bertani, salvo che in tre occasioni in cui il Lecco è stato potenzialmente pericoloso, gli hanno girato a non meno di 20 metri di distanza.

Immaginiamo che Delpiano abbia pensato a questa partita con il pallone tra i piedi dei suoi e non a rincorrerlo, non prestando il fianco alle ripartenze del micidiale trio Le Noci-Santana-Disabato, ma Cavalli ha potuto rigiocare troppo poco la sfera recuperato dalla difesa, che spesso e volentieri è invece stata sparata verso i tre attaccanti, troppo poco strutturati per fare questo tipo di guerra calcistica e troppo distanti tra di loro per aggredire le seconde palle. Il continuo rimpallo ha favorito la Pro Patria, che ha giocato parecchio sulle sue qualità offensive: Disabato ha puntato spesso e volentieri la zona centrale del campo, servendo i tagli dei due “avanti” alle spalle dei difensori blucelesti.

La difesa, con Nava in grande spolvero, ha retto finchè ha potuto, condannata da un rimpallo che ha permesso a Santana di regalare i tre punti ai suoi. Il secondo gol, infatti, è stato semplicemente figlio della giustificata spregiudicatezza che si mette in campo quando non c’è più niente da difendere e si attacca all’arma bianca.

Soluzioni tattiche e giocatori alternativi da provare ce ne sono, anche, e soprattutto, senza stravolgere un impianto di gioco su cui Delpiano ha investito parecchio tempo. Considerando la lacuna sulla fascia destra, si può provare ad ovviarvi sfumando e adeguando al persistente problema il materiale umano a disposizione, che rimane di ottima qualità.

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