Non era più una sensazione di casa al “Rigamonti-Ceppi”, quella della sconfitta interna. Nelle uniche due debacle della stagione passata, infatti, i giocatori della Calcio Lecco 1912 si trovavano ben lontani dal Lecchese, localizzati invece in Liguria. Doveva arrivare, prima o poi, l’amarezza per la battuta d’arresto all’ombra del Resegone, figlia, con la Giana Erminio, di due disattenzioni fatali nel recupero della gara di Coppa Italia. Nulla di cui si debba fare una tragedia, vero, ma due campanelli d’allarme che suonano abbastanza presto per capirne l’importanza fino in fondo e accoglierli senza ansia.
«Siamo dei neofiti della categoria – spiega mister Marco Gaburro -, dobbiamo essere sempre molto lucidi nelle analisi. Abbiamo mostrato degli elementi migliorabili, concentrando tutti gli spunti di riflessione nel finale della gara, personalmente sono contento di alcune cose e arrabbiato per altre. Devo anche dire che si sbaglia tutti, gli errori della terna sono stati decisivi, mi dispiace dirlo ma l’intervento di Procopio era regolare e la seconda rete è arrivata oltre il novantaseiesimo, con il recupero allungato senza una motivazione. Abbiamo giocato bene fino agli ultimi venti metri, poi non abbiamo concretizzato quanto prodotto, costringendoci a produrre molta mole di gioco per trovare la via della rete. Agli avversari non abbiamo mai concesso delle occasioni importanti, dopodiché abbiamo segnato nel momento giusto e ci sono mancate altre cose, quelle su cui dovremo riflettere».
«Abbiamo imparato la lezione e staremo molto più attenti – spiega invece Simone d’Anna, autore dell’illusoria rete bluceleste -, ma sono fiducioso perché abbiamo dimostrato di essere una grande squadra, che ha fatto una grandissima partita. Poi, abbiamo avuto due cali di concentrazione che ci sono costati la gara. In settimana lavoreremo duro e usciremo sempre con questa maglia sudata».



















