La Calcio Lecco 1912 non scende in campo dal 16 febbraio, una vita fa. La partita, velenosissima, persa ad Alessandria (2-1, gol di Bobb) rimane l’ultimo atto di una stagione che rischia di diventare monca, con tutte le problematiche economiche che ne conseguirebbero. Pochi meglio di capitan Andrea Malgrati possono aiutare a comprendere la situazione dei calciatori di terza serie: leader bluceleste e rappresentante dell’Associazione Italiana Calciatori, ci conduce nel mondo dei pro di terza serie in un’intervista a distanza.
Difficile essere atleta a 360° in questo periodo, ma i blucelesti cercano di bypassare il problema non perdendo i contatti tra di loro: «Siamo sempre in contatto con mister e preparatori – spiega Malgrati a LCN Sport -, ci sentiamo tutti i giorni per capire che cosa possiamo o non possiamo fare. Cerchiamo di tenerci allenati il più possibile, facciamo esercizi anaerobici e di potenziamento nel poco spazio a disposizione, aiutano a mantenere un livello cardio abbastanza elevato. Videochiamate? Avremmo dovuto farle, ma non siamo riusciti a organizzarci. In ogni caso ci sentiamo tutti i giorni, anche per le stupidate».
Il meteorite Coronavirus ha impattato con una forza non preventivata: «Pensavamo di poter continuare a giocare ancora un po’, alla fine di febbraio. È scoppiato tutto in un attimo, ci siamo ritrovati catapultati in una realtà particolare ed è saltato tutto. Ho parlato con un rappresentante dell’Aic e mi è stato spiegato che, in caso di partite giocate a luglio, si farebbero delle deroghe per i contratti in scadenza a giugno. Si parlava di poter riprendere a maggio e finire a giugno giocando sempre, ma francamente la vedo dura. Spero di poter tornare a scendere in campo, è bellissimo farlo il casa propria, ma dipende dalla Federazione»
Tanti blucelesti sono tornati a casa, mister D’Agostino compreso: «Sono molto felice per loro, avere a casa la famiglia che ti aspetta non è bello. Bisogna vedere ciò che succederà, in caso di ritorno a Lecco dovrebbero rimanere a casa e rispettare la quarantena».
Stipendi e cassa integrazione sono temi caldissimi: «La nostra realtà è completamente diversa dalla Serie A, penso che sarebbe un’ottima risposta perchè in tanti vivono con stipendi normali in Serie C. Spero che i rappresentanti del nostro sindacati possano svolgere un lavoro importante in tutela dei diritti».
Il ritiro dal calcio giocato è ipotesi che si allontana di molto per Malgrati: «Ho la fortuna di star bene e sicuramente non smetterò quest’anno, perchè sarebbe veramente brutto. Non so cosa succederà, mi siederò a parlare con la proprietà e valuteremo insieme il da farsi».
