
Con il campionato fermo ormai dalla fine di febbraio, in Lega Pro a tenere banco, oltre alla possibile, per quanto difficile, ripresa della stagione è la questione stipendi. Volontà del presidente Francesco Ghirelli è quella di rendere accessibile la Cassa Integrazione in Deroga a quei giocatori che hanno in vigore un contratto inferiore ai cinquantamila euro lordi annui, ma di più se ne capirà con il Decreto “Cura Italia 2” che dovrebbe venir stilato e pubblicato tra il 10 e il 13 aprile. Parte attiva nella questione è, chiaramente, l’Associazione Italiana Calciatori rappresentata dal Presidente Damiano Tommasi.
Ospite di “Radio Punto Nuovo”, Tommasi ha spiegato: «Con la Lega Pro abbiamo portato avanti il tema, ancora non chiarito del tutto, secondo cui tutti gli accordi devono essere rispettati dalle parti, ma ognuno può organizzarsi su basi diverse. Non so chi mette voci in giro sulla nostra indisponibilità, il nostro lavoro è far sì che vengano rispettate le regole. I calciatori sono disponibili a fare la loro parte, ma le altre istituzioni come partecipano alla situazione? Il tema principale è che al momento non si capisce il destino della stagione, che cambierebbe le prospettive. Da parte nostra non c’è chiusura, in nessun caso. Sarà il comitato scientifico a capire se si può continuare o no. In Consiglio federale capiremo eventualmente come fare, ma solo se verrà dichiara la possibilità di proseguire da chi ha la responsabilità, oggi, per la salute”.
«Stiamo parlando con la Lega Pro per tutelare i contratti più bassi – ha concluso – per far sì che questa crisi non si ripercuota troppo sui club. La nostra preoccupazione in questo momento è anche la sopravvivenza delle società».
A “RaiNews24” Tommasi ha aggiunto: «La nostra preoccupazione è quella di tutelare i redditi più bassi, non solo quelli dei calciatori di Lega Pro, campionato dove il 70% di loro guadagna meno di 50mila euro lordi annui, ma anche dei dilettanti e del calcio femminile. Dobbiamo capire se le risorse che si riescono a risparmiare nel sistema possano servire da copertura per gli stipendi minori. Sono tantissimi ragazzi che oggi non hanno una prospettiva davanti perché non sanno quando e se si tornerà a giocare: il rischio di chiudere anticipatamente è alto e per molti che vivono di calcio è un problema».
«Alcuni presidenti non vogliono pagare»
Intervistato da “Il Mattino”, infine, Tommasi ha rivolto il suo sguardo ai presidenti di Lega Pro: «La decisione finale spetta al Consiglio Federale, se ci saranno le condizioni per riprendere sarà difficile che si opti per una sospensione definitiva dei campionati. Detto questo, la differenza tra A e Lega Pro è che quest’ultima ha 60 squadre di altrettante città, con sensibilità diverse e soprattutto con la prospettiva che, se si ricominciasse, bisognerebbe rimettere in moto 60 territori che rappresentano tutta Italia. Non sarebbe così semplice. In Lega Pro il problema è che ci sono presidenti che vogliono fermarsi per chiudere i conti adesso e non pagare chi deve essere pagato, cercando di avere dal sistema le risorse per coprire eventuali perdite legate al momento che viviamo. Se fosse così, sarebbe deprimente che fosse questo l’obiettivo primario, e non la tutela della salute o la chiusura dei campionati in modo che fosse il campo a stabilire i verdetti sportivi».
