Tutt’altro che semplice raccapezzarsi nelle ultime vicende calcistiche, dalla Serie A in giù. La pandemia di Coronavirus sta creando una situazione di straordinarietà probabilmente mai vissuta prima, impossibile da trattare con i regolamenti ordinari cui si fa normale appello. Mille pareri, protocolli, nessuna certezza su ripresa nè eventuale possibilità di accedere a tutele come quella rappresentata dalla Cassa Integrazione in Deroga per le società professionistiche. Ne abbiamo parlato con Giosuè De Luca, laureato in Legge e mediatore, rappresentante di Michele Silvestro, esterno offensivo bluceleste nella stagione 2018/2019 che ha lasciato un bel ricordo in riva al lago prima di trasferirsi alla Folgore Caratese.
«Nel periodo in cui la società stava scegliendo i giocatori da confermare venni contattato da molti tifosi – ha spiegato De Luca a LCN Sport parlando di Silvestro -, che spingevano per la sua permanenza in città. Per una serie di fattori questo non è avvenuto, ma sono rimasto in ottimi rapporti con l’allora mister Marco Gaburro e con Gino Di Nunno (vicepresidente bluceleste, ndr). Michele è molto legato alla città, forse un giorno… Lui arrivava da due campionati vinti consecutivamente, era necessario fare delle scelte dando maggior continuità alle prestazioni».
Interessante approfondire anche l’aspetto calcistico-giuridico: «Stiamo vivendo una situazione che è atipica, che non ha specifiche e disposizioni ad-hoc che regolamentino la straordinarietà vissuta. A oggi sono state fatte tante considerazioni teoriche, sono tutte idee, è difficile decidere per chi sta sopra di noi. L’obiettivo primario è sempre quello di tutelare la salute, sotto la Serie B è difficile applicare i protocolli un po’ ovunque».
Nodo compensi: «Sulla questione stipendi è difficile capirne di più, anche per quanto riguarda l’istituto della Cassa Integrazione. L’obiettivo è quello di aiutare le società a coprire in parte le spese, ma nei dilettanti è ancora peggio perchè ci sono degli accordi economici che valgono come rimborso spese. Tanti presidenti potrebbero appellarsi a questo e non pagare, ma nei dilettanti ci sono dei giocatori che prendono dei veri stipendi e vivono di calcio. Spero nel buonsenso di tutti, trovando degli accordi che soddisfino tutti, con l’augurio di poter tornare in campo. In alcune realtà, come in quella della Vibonese, le società hanno garantito gli stipendi pattuiti».
In Serie C si sta pensando di rimuovere le fideiussioni: «Dire a un presidente di versarla per fare il prossimo campionato è molto difficile vedendo come sta finendo questa stagione, sarebbe un gran bel peso da sostenere».
