Sessanta squadre “pro” tra Serie A, Serie B, Serie C, un solo girone di terza serie e la reintroduzione del semiprofessionismo. Sono i punti cardine della terza ipotesi di riforma del calcio riportata da “Il Giornale” nella sua versione odierna. Stando a quanto riferito dal quotidiano, il presidente della Figc Gabriele Gravina dovrà condurre delle riforme strutturali per il calcio italiano, messo a durissima prova dall’emergenza sanitaria.
La gerarchia del pallone nostrano, se quanto esplicato prima andasse in porto, potrebbe venire ristrutturato nella seguente maniera: Serie A, B e C con venti squadre per ciascuna categoria; quindi la creazione di una categoria intermedia tra la C e la Serie D, che manterrebbe gli attuali nove gironi. Si tratterebbe di una Serie C2 semiprofessionistica e potrebbe essere composta due gironi da 18 o 20 squadre, tema caro anche al presidente di Lega Francesco Ghirelli.
La vecchia “C2” venne tagliata nel 2014, quando si tornò alla Serie C unica formata sessanta squadre, suddivise a loro volta nei tre giorni a organizzazione territoriale, portando a cento il numero delle società professionistiche italiane, quantitativo oggi insostenibile.



















