Ora l’Olginatese nel mirino. Un’Olginatese che verrà al Rigamonti Ceppi mercoledì con il sangue iniettato nelle pupille e la bava alla bocca, pronta a fare del Lecco un sol boccone. La rivalità è fortissima e i bianconeri, attualmente, appaiono favoriti per organizzazione di gioco e per qualche individualità. Ma comunque andrà a finire, siamo sicuri che il Lecco disputerà una grande prestazione. Non fosse altro che per un malcelato sentimento di fastidio riguardo a questa partita: sembra la finale di Champions League e non lo è. Il pareggio, tra l’altro, farebbe comodo a tutti, anche se entrambe le squadre cercheranno di vincere e lo faranno fino a quando non sembrerà loro impossibile raggiungere i tre punti. Solo in questo caso si accontenteranno.
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Ma detto questo Lecco-Olginatese è una partita come le altre, resa più importante delle altre solamente dalla classifica e dal momento. Vincere per il Lecco appare la via migliore per accorciare ancora le distanze dalla zona play-off. Vincere per l’Olginatese vorrebbe dire fare un balzo in avanti decisivo verso le posizioni migliori della griglia play-off. Insomma, Lecco-Olginatese è una partita molto importante per la classifica.
Ma, per favore, non chiamate questa partita derby. Non lo è. Come non lo sarebbe, pur essendoci vicinanza se non contiguità, una gara tra Milan e Monza. O tra Milan e Atalanta. E via dicendo.
Con questo non vogliamo dire che il Lecco è il Milan della serie D e l’Olginatese è il Monza.
Vogliamo semplicemente parlare di quello che per il calcio è una tradizione consolidata: per il Lecco il derby è con il Como. Per il Como il derby è con il Varese, anche se a noi sembra snobbistico. Per la Pro Patria idem… Le tradizioni calcistiche danno sugo al bar stadio, ma non devono essere la sostanza del confronto. E in questo caso la sostanza del confronto è che avremo di fronte due tra le migliori formazioni della serie D, entrambi lecchesi, che si contenderanno la palma della migliore per una gara.
A fine stagione si tireranno le somme, poi. Ma connotare come “madre di tutte le partite” questa gara farebbe più male che bene, almeno ai blucelesti. I bianconeri la pensino come vogliono e vengano pure a giocarsi la Champions al Rigamonti-Ceppi ma riteniamo che Lecco-Olginatese sia una tappa e non la tappa finale per i play-off. Neanche nella peggiore delle ipotesi, ovvero quella della sconfitta.
Lo diciamo anticipatamente perché, come accade in tutte le piazze dove c’è un pubblico importante, si tende a dare alle battaglie il significato di un’intera guerra, calcisticamente parlando. Invece contro l’Olginatese il Lecco deve saper mettere in campo la stessa intelligenza tattica mostrata a Trento: rischiare poco, anzi meno, e capitalizzare tutto. Facile a dirsi, difficile a farsi, ma la chiave della gara sta tutta qui. Affrontare l’Olginatese, come il Lecco fece all’andata, cercando di andare a tutti i costi in avanti, sarebbe deleterio.
La squadra di mister Delpiano è capace proprio di giocare al gatto con il topo e di nascondersi per poi colpire quando meno te l’aspetti. È formazione quadrata, difficile da perforare. Buttarsi avanti, a meno di non farlo con una veemenza irresistibile, è pericoloso. Meglio ragionare, verticalizzare molto e allargarsi poco per non prestare il fianco al contropiede.
C’è Sarao, rispetto all’andata, su cui contare. E c’è un centrocampo che se si mantiene serrato e compatto, è molto efficace. È vero che il Lecco sotto ritmo gioca male, ma il ritmo non va inteso solamente come ballare la samba in attacco. Ci può essere il ritmo fatto di pressing e di chiusure immediate, di raddoppi, di grinta in ogni zona del campo. Questo vorremmo vedere dal Lecco mercoledì. Così, alla fine della gara, si potrebbe davvero festeggiare una vittoria.
Importante, non decisiva.
