
Il 21 maggio 2017 è stato tra i protagonisti di Olginatese-Lecco, la partita che ha consegnato alla storia ciò che hanno fatto i “Ragazzi di Bertolini”. Pierrot Karamoko quella stagione l’aveva cominciata il primo agosto 2016 a Casargo sotto la folle gestione Battocchi-Gonzaga-Cuoghi. Era stato necessario poco tempo per capire che sarebbe andato tutto “a carte e quarantotto” e, difatti, a inizio dicembre arrivò puntuale la dichiarazione di fallimento pronunciata dal Tribunale di Lecco. Il ritorno di “Bebeto” Bertolini, precedentemente aggredito al “Lambrone”, segnò l’inizio di qualcosa di unico.
Karamoko s’impose come mezz’ala nel 4-3-3 che lo vedeva affiancare il regista Alessandro Cannataro e il cursore Leonardo Cataldi nella fascia mediana: il profitto fu elevato e lo portò a realizzare 3, fondamentali reti contro Cavenago Fanfulla e Dro. Raggiunta la salvezza sull’altro campo lecchese, quello di Olginate, al termine di un play-out a drammatico, il centrocampista si trasferì proprio in Trentino, al Dro, esperienza replicata anche nella stagione 2019/2020 (23 presenze, 1 gol).
«Ho cambiato ruolo – spiega a LCN Sport – e ora mi disimpegno, con soddisfazione, in quello di difensore centrale; sento di averlo nelle mie corde». Rimasto svincolato, Karamoko è in attesa di un progetto tecnico: «Ma non voglio spostarmi da Lecco – aggiunge -. Voglio mantenere la categoria e finire gli studi universitari che sto conducendo, senza distrazioni ulteriori. Fisicamente sto bene, dal lockdown in avanti mi sto allenando in maniera mirata con mio fratello per non perdere la condizione fisica».
Impossibile perdere di vista il Lecco, seguito anche in ritiro a Carenno le scorse estati: «Ho sempre tenuto d’occhio i risultati e sono molto felice della salvezza ottenuta. Spero, comunque, che si migliori ancora. Per me quell’annata è stato indimenticabile e magari un giorno tornerò, sarebbe veramente incredibile».
