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Amore e umore

Momento storico dell’economia, momento sportivo, prospettive e crescita della formazione Primavera: vendere oggi sarebbe saggio?

Paolo Leonardo Di Nunno BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 3 minuti

Partiamo dal presupposto che di un possibile passaggio della Calcio Lecco 1912 dalle mani di Paolo Leonardo Di Nunno a quelle di Davide Erba si parla da oltre un anno. E che le i rapporti tra le due proprietà siano buoni lo dimostra anche il rapidissimo passaggio di Paulo Azzi dalla Brianza al Lecchese nella sessione invernale del calciomercato. Non a caso di un possibile avvicendamento al vertice si è tornati a parlarne dopo il pareggio tra i blucelesti e il Grosseto, che ha avuto, nell’immediato, l’effetto di spazientire il patron e di rinnovare le voci di una possibile cessione in tempi brevi. Voci che, per quanto da non sottovalutare, si scontrano frontalmente con le dichiarazioni rilasciate nel post Lecco-Renate.

I quasi quattro anni blucelesti del patron raccontano, però, che la verità sta sempre nel mezzo: d’investimenti, 11 milioni complessivi, non ne sono mai stati lesinati, il Comune ha fatto il suo, ma la Lecco imprenditoriale ha avuto una risposta tiepida e questo è il chiodo su cui Di Nunno ha sempre battuto. Punto che, di tanto in tanto, genera le reazioni di pancia dell’imprenditore pugliese, che da oltre un anno vive una situazione professionale decisamente complessa.

Tre strade per il futuro

Quale può essere il futuro della Calcio Lecco 1912, quindi? Detto che, a nostro giudizio, questa situazione è destinata a protrarsi fino al termine dell’annata corrente, a giugno si tireranno le somme: salvo tracolli sul campo da gioco, la stagione si chiuderà con, quantomeno, un buon piazzamento in zona play-off, risultato che certificherebbe un assestamento ormai compiuto nel panorama della terza serie italiana. E qui si aprirà il tempo delle scelte: cedere; mantenere la proprietà e ridimensionare; rinforzare il gruppo e tentare l’assalto alla (certamente più sostenibile) cadetteria. In questo caso il budget dovrebbe essere probabilmente aumentato rispetto a quello che posiziona il Lecco intorno al sesto-settimo posto del girone per monte ingaggi.

E, visti i chiari di luna che condizionano l’economia ai giorni nostri, il reperimento dei fondi dovrebbe avvenire grazie al contributo di sponsor di un certo peso e mediante la valorizzazione dei giovani. Anche quelli di una Primavera che sta ben figurando nel proprio raggruppamento, punta dritta verso la fase finale che garantirebbe, tanto per cominciare, la permanenza al terzo livello e, inoltre, avrebbe qualche elemento messo sotto osservazione da parte di club importanti.

Avrebbero davvero senso cedere ora o a fine anno? Checché ne dica l’umore, l’amore per quanto (tanto) costruito finora e la seria possibilità di avere un futuro radioso, anche economico, fanno propendere per il no. A patto di scegliere in tempi brevi la strada del futuro prossimo e iniziare a costruire per tempo: anche nel calcio con l’improvvisazione non si va da nessuna parte, se non addosso a esiti spiacevoli e decisamente dispendiosi. E, giustamente, la piazza aspetta di sapere cosa dovrà aspettarsi dai prossimi mesi.

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