Premessa: non abbiamo la puzza sotto il naso. Anche perche’, vista la stagione, non c’erano campi concimati attorno allo stadio. Zucche, cavolfiori e barbabietole si’. A saperlo si poteva portare un fornelletto da campo e preparare una minestra sui due piedi… Dicevamo della puzza sotto il naso: dopo esser passati dai campi della Giacomense, del Canavese, del Santarcangelo e chi piu’ se ne ricorda piu’ ne racconti, il settore ospiti di Ponte San Pietro e’ stata solo un’altra goccia nel mare del ridicolo. Passi per la necessita’ di dividere le tifoserie (per i benpensanti: gli “Unni” da una parte, la gente civile dall’altra), qualcuno ci spiega come si possa far pagare un biglietto per (non) vedere la partita in maniera decente ? Buona parte dei tifosi lecchesi ieri (diciamo quella che solitamente sta in curva e prende posto nel settore ospiti in trasferta) e’ stata relegata a 10 metri dal campo, dietro una rete da pollaio e senza nemmeno un rialzo per riuscire a capire la profondita’ del gioco, le posizioni in campo, i pericoli veri su tiri, lanci e cross.
A vedere certe situazioni vien malinconia. Ci fosse una logica e il rispetto di quanto blaterato ogni volta da chi guida la Lega Pro, i Pontisola, le Olginatesi, le Caronnesi, i Mapello, i Mezzocorona e prima di loro le Tritium, le Feralpi Salo’ ecc. concorrerebbero al salto di categoria solo nominalmente. Perche’ una volta vinto il campionato di D (o peggio ancora quello di C2), si troverebbero escluse dal professionismo non avendo strutture adeguate per ospitare partite che vadano oltre l’amatoriale.
In effetti pero’, a pensarci bene, non sono loro fuori posto in questa categoria.
Siamo noi. Non dimentichiamocelo. E abbandoniamola al più presto.
Perche’ la domenica pomeriggio si possa andare a vedere il Lecco negli stadi. Non nei settori ospiti dove si semina la verdura per l’inverno…
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