Ci siamo. Siamo al “redde rationem”. E non tanto per la sconfitta contro la Pro Sesto o perché domenica prossima arrivi al Rigamonti Ceppi l’Olginatese, quanto perché così non si può più andare avanti.
Non stiamo parlando tanto, o solo, di quanto si vede in campo, ma soprattutto di quanto succede fuori. Sono ormai settimane, se non mesi, che Angelo Battazza, e altri insieme a lui, chiedono a gran voce la testa di mister Roncari accusato di non far rendere la squadra come dovrebbe.
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Un punto fermo, a tal proposito c’è: contro la Pro Sesto la formazione del primo tempo era sbagliata. Certo, con il senno di poi, ma l’impressione che la squadra fosse smarrita, inconcludente, senza nerbo la si è avuta subito, ben prima del gol di Cortinovis. E Roncari ci ha messo mezz’ora per correggere l’assetto e più di un tempo per accorgersi che davanti mancava peso. Insomma, secondo noi il tecnico varesino questa volta ha sbagliato quasi tutto. Era capitato anche a Mapello, in maniera diversa e a Castel Goffredo. Rimane confermato il fatto, poi, che contro le “piccole” il Lecco sta perdendo punti decisivi, importantissimi, infatti tre delle sue cinque sconfitte sono state con squadre che sono, o erano, nei bassifondi. Senza contare i pareggi esterni con Darfo, Sankt Georgen, Alzano, Caravaggio, Montichiari, Fersina… Ma dare la colpa di tutto questo a Roncari è come voler affermare che le belle vittorie casalinghe siano frutto delle capacità dei soli giocatori. La verità è che da quando se ne sono andati Maggioni e Uggè, con l’infortunio di Rudi, la difesa ha cominciato a sbandare.
E le pezze messe dal diesse Raineri non si sono, finora, dimostrate all’altezza. Anche perché gli acquisti annunciati ma poi non realizzati (vedi Lucente del Monza andato all’Olginatese), hanno pesato molto. Sciannamé sta giocando male, anche perché è fuori forma. Ma è tutta la rosa a non essere stata rafforzata in maniera opportuna anche se Sarao e Aldegani sono due buoni giocatori. L’esempio della dirimpettaia Olginatese dei vari Crtistofoli e Marchesetti è lampante. Anche lì, si dice, non ci sono soldi, ma perché allora, i giocatori migliori approdano dalla parte, per noi, sbagliata del lago?
Insomma c’è da riflettere a tutto campo e non da puntare il dito solamente su Roncari che, per noi, ha più meriti che demeriti. Allora cosa deve cambiare, da subito, prima di rovinare la rincorsa ai play-off? La società. Nel senso che deve darsi una nuova compattezza, più trasparenza e ruoli ben definiti. Non possiamo essere noi a promuovere o bocciare Roncari. Deve essere Battazza, se ne ha i poteri, o Rusconi. Ci vuole una definizione dei ruoli precisa e meno gente che, come ha accusato Roncari, “parla a vanvera” intorno al Lecco. Per farlo, però, ci vuole questo benedetto passo avanti della presa in carico della società da parte della Cento Bluceleste.
Sappiamo benissimo che non è facile, che mancano i soldi o che non si sono ancora raccolti tutti. Sappiamo anche che tanti che si erano spesi con Rusconi per aiutare il Lecco si sono poi tirati indietro all’atto di intervenire. Ma lo sforzo deve essere teso, ora, a definire il passaggio di proprietà, a dare ruoli e incarichi precisi e, dunque, a chiarire anche se Roncari è sotto esame o no.
Come in tutte le aziende è sempre il management a definire dall’alto, e a cascata, tutto il resto. Il campo, la squadra, è un po’ il prodotto finito dell’azienda Lecco. Senza chiarezza in alto, non ce ne può essere nemmeno in basso. È difficile, lo sappiamo, e Rusconi, presidente della Cento Bluceleste, sta facendo di tutto e di più. L’appello, infatti, non è a lui bensì ai soci nuovi e, soprattutto, a quelli che nicchiano. È ora di prendersi le proprie responsabilità.
Dentro o fuori. Così almeno, passata la buriana, il cielo si rasserenerà e si colorerà nuovamente di bluceleste.
