Oramai è fatta.
I play-off, salvo miracoli, sono una chimera.
Ce lo si poteva aspettare dopo la batosta di Caronno e la ritrovata voglia di primo posto del Pontisola. Ma sarebbe ingiusto giudicare il Lecco da quest’ultima gara. I blucelesti non hanno perso il torneo contro il Pontisola e, a ben vedere, nemmeno contro la Caronnese o la Castellana. Non sono queste le squadre contro le quali è stato scandaloso perdere o pareggiare. Basta guardare la classifica per accorgersi che Castellana e Caronnese, per esempio, hanno perso più partite dei blucelesti. Nove ne ha perse la Castellana e ben undici la Caronnese.
Il Lecco solamente sette.
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Eppure queste due squadre sono là davanti, tre punti sopra i blucelesti. Infatti hanno vinto 15 gare la Castellana e 16 la Caronnese. Contro le 14 del Lecco e i suoi 14 pareggi. Al di là della penalizzazione per il petardo contro il Mantova e per i mancati stipendi, la squadra di Roncari non ha saputo sfruttare le tante, tantissime occasioni che ha avuto per allungare il passo. E la prova di maturità non era quella di domenica contro il Pontisola, ma quelle, tutte o quasi sbagliate, contro Darfo e Fersina all’andata, Sankt Georgen, Montichiari, Alzano, Pro Sesto, Seregno e Seriate nel girone di ritorno. Tutti pareggi tranne la sconfitta di Sesto San Giovanni. A metterli in fila sono 17 punti persi contro squadre che militano dalla 12esima posizione in giù. Sono tanti, troppi, per potersi rammaricare, oggi, per la partita dell’anno giocata contro un avversario più forte e più in forma. Basti citare le assenze di Mauri, Romeo e Redaelli, protagonisti di un ottimo torneo finora, per non parlare delle cattive condizioni psicofisiche di Castagna, Mignanelli, Martin, e altri… Insomma, ci poteva stare il miracolo contro il Pontisola, ma sarebbe stato comunque duro portare il Lecco ai play-off dopo aver tanto sprecato.
Il rammarico non è quello di aver buttato al vento un torneo che, ad agosto, non sapevamo nemmeno se avremmo giocato, ma quello di aver visto una squadra sicuramente più forte di quanto molti si aspettassero, non sfruttare le tante occasioni avute. Colpa, questa, della gioventù di molti protagonisti e di alcuni passaggi a vuoto di mister Roncari, in alcune gare.
Ma non è il momento di lasciarsi andare. Non solo perché la matematica non condanna ancora il Lecco, ma perché c’è da finire nel migliore dei modi una stagione che deve fare, comunque, da trampolino per la prossima. Che sia la serie D o, come vociferano in tanti, il ritorno nel professionismo via ripescaggi, fusioni o quant’altro. Prima si faccia la società, poi si pensi a tutto il resto. Anche questa sta diventando ormai un’occasione persa…
