Non poteva che essere una serata un po’ controversa. Del resto, anche l’addio alla Calcio Lecco 1912 lo è stato: Simone Iocolano, dopo un 2020/2021 da re e un inizio di nuova stagione su quei livelli, si era arenato su livelli realizzativi che non gli appartenevano. La squadra, del resto, a inizio ottobre aveva smesso completamente di girare e pure i rapporti con il patron Paolo Leonardo Di Nunno si erano praticamente rotti dopo la sconfitta con la Pergolettese. E infatti i due non se le sono mandati a dire neppure mercoledì sera: qualche parola non carina è volata dopo il gol, tra l’altro molto bello, di “Ioco” che ha aperto il tabellino dei marcatori, che non ha fatto nemmeno una smorfia dopo aver lasciato perdere l’esultanza; durante la camminata verso gli spogliatoi l’attaccante oggi alla Juventus U23, il migliore dei suoi, ha rivolto un «non me l’aspettavo» nei confronti del suo ex patron. Cose di campo, ovviamente, ma che hanno messo ulteriore pepe al trasferimento più chiacchierato degli ultimi anni da queste parti.
Se n’era andato dopo un anonimo Lecco-Pro Vercelli di due mesi fa, Iocolano, ad accordo già raggiunto con la stessa Juventus. Nonostante questo, non s’era chiamato fuori dalla sfida in programma il giorno dopo, rimanendo in campo per trequarti della stessa prima di lasciare posto a Mattia Tordini, a lungo disegnato come l’erede del fantasista. La “sua” Lecco l’ha riaccolto con applausi e fischi, lui è tornato a parlare, dopo le dichiarazioni al miele del pre gara, ringraziando chi l’ha «accolto in maniera positiva»: alla fine si è congedato un saluto rivolto ai Distinti e alla Curva Nord, rivolto anche a chi l’ha pizzicato per tutta la partita. Controverso, appunto, come ogni grande amore che finisce all’improvviso.