L’unica certezza rimasta tale è quella legata allo slittamento dei campionati. Serie B e Serie C non partiranno il 19 e 27 agosto come da programma iniziale, dato che la coda legata alla giustizia amministrativa sarà così lunga da impedire di scendere in campo nei tempi previsti da Lega Serie B e Lega Pro. Ma quando lo faranno? Oggi come oggi è impossibile da dire, perché la decisione del Collegio di Garanzia del Coni scoperchia un vaso di Pandora e rimette in gioco anche Spal e Benevento, di fatto: entro la mezzanotte di martedì 18 luglio dovranno pervenire in Figc le domande di riammissione alla cadetteria. Già arrivata da tempo quella del Brescia, che vuole il posto della Reggina, mancano sia quella del Perugia che quelle delle altre due aventi diritto che stanno facendo le legittime valutazioni sul da farsi. E poi ci sarebbe tutto il percorso legato ai possibili ripescaggi dalla terza serie che, in realtà, non sono previsti dal regolamento del piano superiore. Perché Benevento e Spal? Abbastanza semplice da spiegare: in Umbria sono cosa nota i problemi dello stadio “Renato Curi”, tanto che i biancorossi hanno chiesto ospitalità ai sanniti; in ottica iscrizione una prassi accettata, in quella riammissione una discriminante che potrebbe impedire al club di Massimiliano Santopadre di fare ritorno in cadetteria dalla porta di servizio nonostante il polverone alzato in queste settimane.
“Le società, per conseguire la riammissione al campionato di serie B 2023/2024, dovranno ottenere la licenza nazionale relativa al medesimo campionato. Non saranno ammesse deroghe sui Criteri Infrastrutturali fissati dalle Licenze Nazionali per la predetta stagione sportiva”: questo si legge comunicato numero 191/A del 30 maggio emesso dalla Figc che tratta delle eventuali integrazioni d’organico. Mercoledì 19 luglio si riunirà il Consiglio direttivo della Lega Serie B, al pari di quello della Lega Pro, che dovrebbe dirne di più sulle domande arrivate; il 20 luglio arriveranno le motivazioni del Collegio di Garanzia (organo ospitato dal Coni, ma che agisce in completa autonomia), che diranno come si sia arrivati a una decisione che ha cancellato il merito sportivo bluceleste. Il presidente Giovanni Malagò è tirato in mezzo, dato che la bomba è scoppiata in casa sua: il capo del Comitato potrebbe ricorrere alla moral suasion e chiedere di rivedere alcune decisioni, ma qua entriamo nel puro campo delle ipotesi.
Al Tar del Lazio ricorre la Figc?
Ora tanto ruota intorno alla posizione della Figc. Il presidente federale Gabriele Gravina, non più tardi del 7 luglio, aveva definito «un problema burocratico» quello legato alla documentazione incompleta del Lecco – integrata il 23 giugno -, visto che un organo sportivo non può obbligare un prefetto, quello di Padova nella fattispecie, a rispondere entro una determinata scadenza su questioni di ordine pubblico. Urge una precisazione: allo stato attuale i blucelesti fanno parte della Serie B 2023/2024, il Consiglio federale del prossimo 28 luglio servirà per definire le graduatorie per le integrazioni degli organici e per prendere una posizione rispetto a quanto è emerso nelle scorse ore. La Figc sconfesserà sé stessa e le nette parole del proprio legale Giancarlo Viglione? «Certe scadenze erano state fissate quando la finale era fissata per l’11 giugno: i vincitori avrebbero avuto 9 giorni per la documentazione. Il Lecco non avrebbe mai potuto farlo per il 15, prima ancora che il match si giocasse, ma nemmeno per il 20. Ha fatto tutto in meno dei 9 giorni che avevamo considerato. Il Lecco ha meritato la promozione sul campo. La Figc ha sbagliato: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario, il 27 aprile, avrebbe dovuto modificare il termine per l’iscrizione della vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposte. L’errore commesso non può abbattersi sul Lecco, laddove i 9 giorni erano stati rispettati». Un bell’appiglio per i legali Domenico Zinnari e Salvatora De Lorenzis.
Oppure, come più credibile, sarà la Federazione stessa a ricorrere al Tar del Lazio il prossimo 2 agosto contro la decisione del Consiglio di Stato? Il Collegio di Garanzia, infatti, ha annullato la delibera della Figc: per questo motivo, sulla base di quanto emergerà il 28 luglio, dovrebbe essere lo stesso ente – con la Lega B a rimorchio – a impugnare il provvedimento di fronte alla giustizia ordinaria con il Lecco si presente, ma in tal caso come semplice spettatore decisamente interessato. Considerazione che facciamo al lordo di un voltafaccia che avrebbe ancor più del clamoroso rispetto a quanto deliberato venerdì 7 luglio sulla base del parere non vincolante della Commissione infrastrutture – arrivato il 6 luglio – inerente al fascicolo sulle aquile.
Serie B: un nuovo format?
La realtà è che siamo di fronte all’ennesimo “vale tutto”: blucelesti ammessi e ora in bilico, Perugia con una domanda di riammissione per ora non presentata e potenzialmente incompleta, Benevento e Spal che possono pescare il jolly, la variazione del format come rischio concreto al di là delle dichiarazioni di un Mauro Balata preoccupato dalla suddivisione delle mutualità da riconoscere alle 20 – a oggi 19 – componenti della prossima Serie B. Questo senza considerare il duello Reggina–Brescia: come da programma, infatti, la giustizia sportiva ha dato torto su tutta la linea ai calabresi, ma siamo così sicuri che quella ordinaria farà lo stesso? Provare a prevedere il finale è impossibile, mentre nei vari ritiri si sgobba senza certezze sul futuro.