A una settimana dalle dimissioni di mister Butti dalla panchina Bluceleste, il destino riserva ai supporters lecchesi un appuntamento con un recente passato mai definitivamente archiviato. Arriva al Rigamonti/Ceppi la Sambonifacese allenata da Oscar Magoni.
I sette giorni trascorsi sono stati densi di eventi anche se non positivi, due sconfitte, otto reti incassate, l’abbandono della chimera qualificazione in Coppa Italia e la seguente disfatta a Caravaggio.
Tornando a Butti, l’avere rassegnato le dimissioni dopo il disastro interno con l’Inveruno, è una delle poche cose che abbiamo apprezzato nel comportamento di questo allenatore.
Non abbiamo mai apprezzato invece una certa inclinazione dell’ex trainer del Lecco ad accusare la squadra e la poca applicazione tecnica della stessa alla messa in pratica del calcio voluto da Butti. Queste accuse o rimproveri più o meno diretti e in concomitanza di sconfitte o scarni pareggi hanno da subito portato subito i tifosi a fare antipatici paragoni : un altro come Magoni!!
Anche Giuseppe Butti, in un paio di gare interne finite male, si era sfogato contro alcuni contestatori della tribuna, indicandoli con l’indice, come a dire: sono io che insegno il calcio che volete saperne voi? Tutti poi abbiamo visto l’epilogo della sua stucchevole conduzione tecnica. Si è dimesso quando la contestazione nei suoi riguardi era pressoché totale, e quando l’alibi dei giocatori che non fanno quello che gli chiedo, era venuto meno. Fino alla gara con l’Inveruno, mister Butti non si è mai sentito padre delle sconfitte in cui ha dovuto incorrere. Poi dopo la serataccia di Coppa, non ha potuto farne a meno. Ma anche altri sono stati i genitori della sua stessa sconfitta. Gli stessi che a fasi alterne hanno dichiarato che la scelta di questo mister era di uno piuttosto che dell’altro. Niente di nuovo sotto il sole.
Così vanno le cose nel calcio e nella vita. Se tutto va’ nel verso giusto eccoli lì tutti belli pronti a raccogliere la corona d’alloro della vittoria, a magnificare la bontà della scelta dell’uomo, e a spargere melassa e buone intenzioni.
Tutti padri, madri, fratelli e amici della vittoria.
Tutti sconfitti !!! Butti non era e non è allenatore adatto a guidare il Lecco. Niente da dire sull’uomo e sul professionista, anche se più istruttore che allenatore. Ma quel suo porsi troppo professorale, la propensione ad una snobistica riservatezza, lo hanno reso da subito prima antipatico agli occhi dei tifosi Blucelesti, poi insopportabile.
Troviamo un filo comune che lega i due ex allenatori del Lecco, Magoni e Butti : entrambi non sono mai riusciti ad instaurare un rapporto diretto e condiviso con i tifosi. Nella gestione di Magoni si ricordano interviste in cui dopo cocenti sconfitte, il tentativo di giustificazione era quasi sempre la squadra, quindi i giocatori che non capivano e non mettevano in pratica. Di fatto la respinta della paternità della sconfitta. Nelle sporadiche vittorie della sua gestione, mister Magoni faceva trapelare si i meriti della squadra, ma soprattutto i suoi!! Entrambi questi tecnici saranno ricordati più che per un gioco spettacolare mai espresso per i gesti rivolti verso gli spalti.
Butti se n’è andato, gli rimane del tempo che potrà utilizzare anche per stabilire se la paternità della sconfitta, della sua stessa sconfitta gli sia congeniale. Probabilmente non lo rivedremo più. Rivedremo invece Domenica prossima Oscar Magoni. E a lui con certezza possiamo attribuire la patria potestà della sconfitta, delle tante sconfitte di quel scellerato campionato che lo vide infausto protagonista sulla panchina Bluceleste.
E allora eccoci qui di nuovo. Noi non abbiamo dimenticato, non possiamo!!
Per una volta la sconfitta ha una madre e un padre : Oscar Magoni! E Domenica prossima glielo ricorderemo!!



















