Secondo Franz X. Buhler, per condurre una vita da sogno, devi prima sognarla. No, non si riferisce al sogno notturno, bensì del sognare ad occhi aperti. Poiché dentro a questi sogni ci sono nascoste potenti risorse più di quanto si possa immaginare.
Probabilmente vi chiederete la ragione di tutto questo preambolo. Viviamo tempi bui ed incerti, niente è probabilmente come vorremmo che sia, ma ciò nonostante l’inguaribile ottimismo che ci contraddistingue ci convince sempre più che nella catastrofe si celi sempre una opportunità. Inoltre i sogni sono la panacea dell’ottimismo.
Tutti gli appassionati calciofili Lecchesi seguono oramai da più di un anno le estenuanti ed avvilenti “trattative”, per la definizione della proprietà della Calcio Lecco S.p.A.
Proprio per non cadere nella depressione causata dal momento contingente, lasciateci sognare, ma sognare ad occhi aperti. Noi siamo sempre stati la città del “Ferro e dell’Acciaio”, per anni se ne sentivano i rumori e persino il profumo, non c’era strada grande o piccola in cui non risuonasse la musica delle officine e quella delle fonderie.
E’ l’acciaio, che ci fa sognare ad occhi aperti. Si, avete capito bene l’acciaio!
Ci sono tre realtà nel calcio, tra lega Pro e serie B, che hanno acquisito la considerazione unanime di tutti gli addetti ai lavori. Considerazione che non riguarda certo il solo risultato sportivo, ma analizza la stabilità economica, la giusta programmazione societaria, l’attenzione al settore giovanile. Vi racconteremo la storia legata da un filo d’acciaio di: Cremonese, Cittadella e Virtus Entella.
Giovanni Arvedi, proprietario della Cremonese è uno dei più grandi imprenditori dell’acciaio di tutta l’Europa. Prende la Cremonese quando la stessa è in gravissime ambasce economiche, lo fa anche spinto dall’amministrazione comunale di Cremona, che vuole salvare i Grigiorossi dall’onta del fallimento. Forse non è un grande appassionato di calcio, ma certamente un imprenditore sì. Accetta di salvare la Cremonese e in cambio gli viene concessa per dieci anni un’area dove smaltire i residui delle sue fonderie.
Risultato: la Cremonese e da almeno cinque anni società solida, che ad ogni inizio campionato allestisce ottime squadre con cui tentare di salire di categoria. Un inciso il gruppo Arvedi fattura quasi 5 Miliardi di euro.
Il Cittadella alberga in tutta tranquillità in serie B da 6 anni. Anche per questa realtà ha giovato il patto con l’acciaio della proprietà, la Gabrielli S.p.A. Il presidente del Cittadella Calcio Andrea Gabrielli, oltre ad avere organizzato in maniera manageriale la struttura societaria, ha mantenuto in serie cadetta il Cittadella, quando la dirimpettaia Padova languiva tra C2 e C1. Anche in questo caso l’aiuto della amministrazione locale non è mancato, sotto le forme della ristrutturazione dello stadio e della concessione di terreni su cui edificare un funzionale centro sportivo, dove il Cittadella e le giovanili si allenano e giocano. Un inciso il gruppo Gabrielli fattura intorno a 2 Miliardi di euro.
Virtus Entella, una storia di passione, forse amore giovanile, ma anche di interesse. Infatti società che aveva disputato in maniera abbastanza anonima il campionato di serie C anni 70/80, era poi sprofondata nei dilettanti, dove ha navigato lungamente senza bussola. Ma ritorna nei professionisti in C2, quando il suo destino si incrocia con un imprenditore di primissimo livello. Antonio Gozzi, amministratore delegato di Duferco Group, nato a Chiavari nel 1954, dirige un gruppo: la Duferco, fortemente internazionalizzato, che da lavoro a 10.000 dipendenti. Anche in questo caso il mondo è quello dell’acciaio. Il risultato è che l’Entella passa dall’anonimato dei dilettanti, al primo posto in lega Pro ( C1 ) e probabilmente vincerà il campionato, approdando così ad una storica promozione in serie B. Un inciso, il Gruppo Duferco fattura circa 8 Miliardi di euro.
L’acciaio ci fa sognare ad occhi aperti. In questi giorni dovrebbe essere arrivata alla conclusione l’asta riguardante l’acquisizione del laminatoio Arlenico Lucchini. Tre erano i gruppi interessati a divenirne proprietari: un fondo di investimento americano “Klesch”, che pare però il meno probabile nuovo proprietario, un magnate arabo: Khaled Al Habanbeh, che si è dichiarato pronto a raddoppiare il numero di dipendenti dell’Arlenico, implementando la produzione con un secondo altoforno, con un investimento dichiarato di 3 Miliardi di euro.
Il terzo gruppo che ha fatto la sua offerta per l’Arlenico è un gruppo formato a sua volta da tre diverse società, che sono: Duferco-Acciaierie Venete-Feralpi. La cordata formata da questo trio di aziende, pare la più accreditata a rilevare Arlenico.
Diciamo subito della nostra soddisfazione di sapere salvati 90 posti di lavoro dell’Arlenico e oltretutto aldilà dell’immediato si intravvede un futuro che lascia ben sperare.
In questo gruppo Duferco – Acciaierie Venete – Feralpi, troviamo un’altra storia di calcio legata a stretto filo d’acciaio : Feralpi Salo, ovvero società seria, amministrativamente ineccepibile, basata sulla solida capacità di un illuminato imprenditore: Giuseppe Pasini. Feralpi è un gruppo di primo ordine produce acciai, con 1350 dipendenti e fattura 1Milardo 450 milioni di euro.
Dove vogliamo arrivare direte. Beh, a Lecco stanno arrivando gruppi imprenditoriali di grande spessore, tutti con interessi nel calcio. Nella fattispecie Duferco/Virtus Entella, FeralpiSalo’.
Per quel che concerne Feralpi, sappiamo per certo che Giuseppe Pasini che è il proprietario e presidente, ha grande passione per il calcio, ma una delle cose che più gli spiace è quella di avere una squadra in una piazza dove gioca davanti ad un numero molto esiguo di spettatori, una media di 200 a partita.
Arrivando su Lecco un investitore di questo tipo e come già precedentemente abbiamo sottolineato felicemente conclusasi la vicenda sociale lavorativa dei 90 dipendenti dell’Arlenico, non sarebbe il caso che l’amministrazione pubblica, faccia delle mosse conoscitive nei confronti di un imprenditore come Pasini uomo di calcio di successo, per metterlo al corrente della possibilità di concorrere all’offerta eventuale per la Calcio Lecco ?? Qui da noi il pubblico lo avrebbe, eccome!! Ma come mai e’ cosi difficile a Lecco farsi venire una qualche idea??
Praticamente in quasi tutte le città italiane, è chi amministra il comune che facilita il contatto o la ricerca di partner affidabili per la realtà sportiva più importante di quelle città. Perché da noi non si fa??
Perché non interpellare questo gruppo?? Certo andrebbe fatto a livello istituzionale, nella figura del primo cittadino. Si teme forse di ricevere un diniego?? Oppure non vi è troppo interesse per le sorti societarie Blucelesti?? Al massimo di fronte a entità imprenditoriali di tale portata una richiesta di interesse per i destini del Lecco, alla peggio potrebbe portare ad un aiuto in forma di sponsorizzazione e tutti sanno quanto ce ne sia bisogno.
Sognatori… Si sognatori!! Diversamente dovessimo fare mente locale su quello che ci troviamo davanti agli occhi in termini di società e strutture sportive francamente un po’ ci vergogniamo, i campi risaia del Bione, con la parte spogliatoi da terzo mondo, il Rigamonti – Ceppi trascurato, da tempo senza manutenzione, il campo da gioco fiore all’occhiello, diventato gibboso, brutto, impresentabile.
Lasciateci però sognare, un sogno ad occhi aperti, un filo d’acciaio che leghi indissolubilmente i colori più belli del mondo a figure di uomini capaci, imprenditori lungimiranti, sobri e pratici, che guardando questo stadio e i suoi tifosi, si rendano subito conto di quale patrimonio umano, sentimentale, di passione e trasporto, sia la chimica di questa piazza.
In questi anni molto e’stato tolto ai tifosi del Lecco e alla loro squadra. Rubati orgoglio, dignità, rispetto. No, i sogni no! Quelli nessuno ce li può rubare. E allora nella città del “Ferro e dell’Acciaio”, il sogno è quello di una squadra e una società, forte come il ferro, inossidabile come l’acciaio.
Sogna la tua vita e vivi il tuo sogno. Forza vecchio Cuore Bluceleste, noi ti abbiamo sognato, vincitore e rispettato e ci hai fatto battere il cuore.



















