
Lo scenario è chiaro, il finale decisamente meno chiaro da decifrare. Da una parte c’è la perentorietà che tiene a galla il Perugia (o la Spal), dall’altra tutto il discorso legato al merito sportivo che ha generato un moto di solidarietà nei confronti del Lecco. Non solo, ovviamente, perché giuridicamente parlando il primo fattore ha più peso del secondo: in mezzo c’è quella celebre richiesta di proroga arrivata via pec alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e inviata da Lecco visti i tempi richiesti dalla Prefettura di Padova per concedere il nulla osta necessario relativamente alla subconcessione dello stadio “Euganeo”. Una questione che è stata usata dal legale della Figc durante il dibattimento davanti al giudice Tammaro Maiello per difendere la posizione della sua assistita, ma anche quella dei blucelesti: «Certe scadenze erano state fissate quando la finale era fissata per l’11 giugno: i vincitori avrebbero avuto 9 giorni per la documentazione. Il Lecco non avrebbe mai potuto farlo per il 15, prima ancora che il match si giocasse, ma nemmeno per il 20. Ha fatto tutto in meno dei 9 giorni che avevamo considerato. Il Lecco ha meritato la promozione sul campo. La Figc ha sbagliato: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario, il 27 aprile, avrebbe dovuto modificare il termine per l’iscrizione della vincitrice dei playoff. Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposte. L’errore commesso non può abbattersi sul Lecco, laddove i 9 giorni erano stati rispettati»
Parole decisamente pesanti, quelle del legale federale, che fanno il paio con il «problema burocratico» individuato dal presidente Gabriele Gravina a margine del Consiglio andato in scena il 7 luglio. In quella riunione il Lecco è stato ammesso alla Serie B all’unanimità – o quasi, visto il voto contrario di Lotito anche per una questione personale aperta da anni con Di Nunno – e questo fattore ha ovviamente un peso specifico di fondamentale importanza in tutta la questione. Sul tavolo federale è ancora presente il “sì” della Commissione infrastrutture sul fascicolo del Lecco: se la perentorietà è l’architrave che regge la difesa del Perugia, questa è quella che tiene in piedi tutto il sistema difensivo bluceleste, costruito dai legali Salvatora De Lorenzis e Domenico Zinnari, ma sposato pure dalla stessa federazione per sua stessa ammissione (e colpa oggettiva). La richiesta di proroga senza risposta rappresenta un po’ il nocciolo di tutta la questione, con la rimessione in termini che è argomento presente nella giustizia ordinaria ma non in quella sportiva.
Occhio al risarcimento danni
Lunedì 24 luglio si terrà una nuova riunione del Consiglio federale, ma non sono attese grandi cose: le graduatorie per l’integrazione degli organici di Serie B e Serie C, ok, ma nessuna variazione del panorama che abbiamo attualmente di fronte. Piuttosto occhio all’udienza del Tar del Lazio, originariamente in programma per il 2 agosto ma forse anticipata per il 27-28 luglio: vero è che il Collegio di Garanzia del Coni ha detto alla Figc di decidere senza aspettare i tempi della giustizia ordinaria, ma dall’altra parte tenere il punto e ricorrere alla giustizia ordinaria permette alla Federazione di non toccare calendari e format, andando dietro alla volontà di Lega Serie B e Lega Pro. La prospettiva più logica è quella di dover aspettare il 29 agosto e il Consiglio di Stato, anche se le motivazioni lette ieri lasciano decisamente aperta la porta alla variazione del format: 21 o 22 squadre che un po’ accontenterebbero e un po’ scontenterebbero tutti, ma che potrebbero mettere Gravina&Co al riparo da richieste di risarcimento danni di dimensioni potenzialmente plurimilionarie. Di Nunno, in tal senso, ha già fatto capire di essere pronto ad andare fino in fondo.
