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Stadio al buio prima di Lecco-Pro Patria: guasto al generatore, il consiglio comunale decide sul futuro

Il problema della cabina elettrica torna a manifestarsi: impianto a metà potenza e tabelloni spenti. La mozione Valsecchi chiede tempi certi per l’intervento e apre all’ipotesi della vendita ai privati

Il riavvio delle luci prima di Lecco-Pro Patria BONACINA/LCN SPORT
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Tempo di lettura 4 minuti

Non solo pioggia battente durante il prepartita di Lecco-Pro Patria, domenica sera. Molti spettatori hanno notato un insolito “semi blackout” al Rigamonti-Ceppi: all’ingresso in campo dei giocatori ospiti per il riscaldamento, lo stadio presentava un’illuminazione anomala con i fari spenti e solo i led pubblicitari accesi. Per garantire l’illuminazione necessaria al riscaldamento, i tecnici hanno dovuto spegnere i tabelloni luminosi che corrono lungo il perimetro del campo e accendere le quattro torri faro agli angoli dello stadio, ma soltanto al 50 per cento della loro potenza. Una volta uscite le due squadre tutti i sistemi sono stati spenti, il generatore è stato avviato e successivamente sono stati accesi con successo tutti i dispositivi energivori.

Un problema già noto

Non si tratta di un episodio isolato. Il malfunzionamento si era già verificato a marzo 2025, durante il prepartita di Lecco-LR Vicenza, con una situazione pressoché identica. In entrambi i casi, la causa è da ricondurre a un guasto del generatore a gasolio che fornisce l’energia elettrica necessaria per il funzionamento simultaneo di tutti i dispositivi presenti nell’impianto di via Don Pozzi. Il generatore diesel, definito «rumoroso, inquinante e anacronistico», rappresenta una soluzione a dir poco obsoleta per uno stadio che necessita di un ammodernamento strutturale in tal senso. La cabina elettrica, della quale si discute ormai da vario tempo, non è mai stata realizzata nonostante le ripetute richieste della società.

Consiglio comunale decisivo

Questa sera, lunedì 17 novembre, il consiglio comunale è chiamato a discutere la mozione presentata dal consigliere Corrado Valsecchi di Appello per Lecco. Il documento impegnerebbe, in caso di approvazione, il sindaco Mauro Gattinoni su tre punti fondamentali:

  • definizione di tempi certi per l’intervento sulla cabina elettrica a carico del Comune
  • intesa economica sulle migliorie apportate dalla società (tornelli, curva sud, illuminazione) per un valore di 1,3 milioni di euro
  • convocazione di una commissione speciale per valutare l’inserimento dello stadio nel piano delle alienazioni, con possibile vendita ai privati mantenendo la destinazione d’uso sportiva

La questione è inserita al settimo punto dell’ordine del giorno e potrebbe anche slittare a martedì 18 novembre in caso di seduta prolungata. A luglio la medesima proposta venne bocciata.

Esito incerto

Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco Gattinoni non è ancora emerso un orientamento univoco sul tema della cabina elettrica: le discussioni interne della scorsa settimana, infatti, non hanno portato a delle indiscrezioni su una posizione condivisa. Si profila quindi un voto dall’esito incerto: prevarrà la linea politica di opposizione al consigliere Valsecchi, notoriamente inviso alla maggioranza per le sue posizioni critiche, oppure si opterà per un approccio pragmatico – e di buonsenso – attraverso emendamenti che permettano di fare propria la mozione? Una strategia simile è stata adottata di recente su un altro tema importante in discussione, quello legato alla centrale di cogenerazione al servizio del progetto di teleriscaldamento.

Le posizioni contrapposte di Comune e società

Il braccio di ferro tra amministrazione comunale e Calcio Lecco va avanti da oltre un anno. Il presidente Aliberti ha dichiarato di valutare seriamente il trasferimento delle partite casalinghe a Monza o Bergamo, definendo «chiuso» il dialogo con il Comune dopo mesi di «promesse e mezze promesse». E osserva lo svilupparsi della questione dopo la recente intervista dell’assessore Torri a LCN Talks.

Lo stesso titolare della delega allo sport ha replicato proponendo una revisione della convenzione del 2007, che prevede attualmente la manutenzione ordinaria e straordinaria a carico della società. La proposta comunale include l’esenzione del canone fino al 2035 per un valore di 700mila euro, ben al di sotto degli 1,3 milioni investiti dalla società secondo Aliberti.

Il nodo principale resta la convenzione vigente, che secondo il Comune impedisce un trasferimento immediato di fondi alla società e richiede una rinegoziazione dei termini. Per realizzare la cabina elettrica servirebbero circa 300mila euro e due anni di lavori tra progettazione, bandi e realizzazione. E non va dimenticata la stringente discussione sul bilancio di previsione 2026 che a breve, intorno a inizio dicembre, si prenderà la scena: non è un caso che il polverone si sia alzato con qualche settimana d’anticipo, insomma.

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