
C’è un passaggio dell’intervista rilasciata da Domenico Fracchiolla, Direttore Sportivo della Calcio Lecco 1912, che l’aveva fatto capire: «La città è fantastica, la provincia bellissima, è giusto che ci sia l’interesse di altri imprenditori o di fondi». Uno, in particolare, con sede a Roma che, tramite un intermediario di fiducia, ha avuto più di un contatto telefonico nel corso delle ultime settimane con il patron Paolo Di Nunno e il figlio, nonché vicepresidente, Gino, fissando anche un incontro per mercoledì, a metà di questa settimana. Non se ne sa molto di più, al momento, ma gli scambi di informazioni vanno avanti dall’immediato post Lecco-Grosseto: da quello che raccontano le (poche) indiscrezioni, inizialmente sarebbe stata ipotizzata anche la possibilità di vedere Di Nunno in compartecipazione e di affidargli la gestione del Settore Giovanile, ma è sempre un’ipotesi accreditata anche quella della cessione totalitaria.
Ipotesi, per l’appunto, fino a questo momento: fino al primo faccia a faccia sarà impossibile sbilanciarsi in un senso o nell’altro; tutto potrebbe anche rimanere com’è oggi, per intenderci. Di sicuro Di Nunno, come dichiarato pubblicamente, vorrebbe rientrare della spesa (517.518,75 euro più Iva) sostenuta per realizzare il campo in erba sintetica, mentre le spese correnti (stipendi, contributi, premi…) sarebbero state sostenute fino all’ultima scadenza di aprile 2021.
La potenziale trattativa, comunque, è slegata da Massimo Nicastro, imprenditore residente a Miami che con il patron bluceleste ha avuto dei contatti telefonici ma, almeno ad oggi, non è andato oltre.
