Ma cosa sta succedendo? Difficile spiegarlo. Premettiamo che i demeriti del Lecco, nel primo tempo di Caronnese-Lecco, sono superiori alle sviste arbitrali. Di Ceglie che dà due palloni all’indietro in maniera completamente sconclusionata causa, indirettamente, il rigore con espulsione di Redaelli e l’errore arbitrale del signor Pasciuta di Agrigento. Inoltre nei primi minuti il Lecco non dà l’impressione di essere in partita. E questo contro una squadra apparsa largamente alla portata dei blucelesti. Ma bisogna, a questo punto, fermarsi e riflettere.
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Come mai un arbitro decide di convalidare un gol quando il suo collaboratore se ne sta fermo con la bandierina alzata e poi, interrogato dal direttore di gara al proposito, ribadisce che il gol era da annullare? Grande personalità o grande arroganza? C’è anche chi cita il gol di Trezeguet al93’di Toro-Juventus del 2007: testa di un bianconero, Trezeguet è in netto fuorigioco, ma un colpo di testa della difesa granata lo rimette in gioco. In quel caso venne detto che il tocco del difensore rimette in gioco l’attaccante. Ma nel caso del Lecco la posizione di fuorigioco di Moreo è ben più grave perché era andato a contrastare il portiere Frigerio nel suo rilancio e stava ancora rientrando quando è stato servito dal doppio colpo di testa, prima di un difensore della Caronnese e poi di Di Ceglie. Già sul primo colpo di testa era nettamente in fuorigioco. Dire che Di Ceglie lo rimetta in gioco è comunque un azzardo perché allora non si fischierebbe più un fuorigioco di rientro: c’è sempre qualche tocco in mezzo, magari della difesa avversaria, prima che la sfera arrivi alla punta in off-side.
Ma al di là delle interpretazioni, che a mente fredda ci stanno tutte, rimane la domanda: come mai un arbitro sceglie la decisione più grave e in un certo senso cervellotica in una gara di questa importanza, con tutto il Lecco bloccato in attesa del fischio arbitrale perché ha visto la bandierina del guardalinee alzata e ferma? Per rispondere bisogna fare la somma dell’innumerevole lista di errori arbitrali perpetrati ai danni del Lecco. Poco conta che sia la stagione più proficua in fatto di rigori assegnati a favore dei blucelesti.
La sgradevole sensazione è che il Lecco sia antipatico a qualcuno. Non si possono interpretare altrimenti le decisioni delle trasferte vietate ai tifosi anche quando i fatti per cui sono state vietate, sono ormai lontane nel tempo. Non si possono vedere gli stessi atti da condannare (lanci di fumogeni, insulti e via dicendo), commessi da altre tifoserie e lasciati impuniti. Non si possono, infine, vedere stadi assolutamente inadatti a ospitare il Lecco chiusi alle tifoserie ospiti, se numerose. Non stiamo parlando di migliaia di tifosi, naturalmente, ma di circa 200… Se una società di serie D non è preparata a ricevere qualche centinaio di ospiti, che stia in Eccellenza. Ma la sensazione, detto tutto questo, rimane. Sgradevole. C’è anche la beffa: che la discussione sul gol di Caronno, secondo noi da annullare più a buon senso che a norma di regolamento, porti chi non ha seguito il Lecco durante tutta la stagione, ad accusarlo di vittimismo. Non ce n’è.
C’è solo la convinzione che questo Lecco non sia gradito. Che facciano di tutto, dunque, per mandarlo in Seconda Divisione. Perché anche il Lecco non gradisce la serie D. Anche se i play-off si sono allontanati di nuovo.