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Bruschi e Villani

Bruschi & Villani 13 Gennaio 2013
Di male in peggio

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Tempo di lettura 3 minuti

Avevamo sperato che con l’imminente svolta societaria e con l’avvento di mister Rocco Cotroneo il Lecco facesse il salto di qualità tanto atteso. Ma, almeno per ora, di tutto si può parlare, meno che di salto di qualità. Si è fatto due passi indietro, in realtà. Non tanto in classifica, visto che i quattro punti in tre giornate sono in piena media salvezza, quanto nel gioco e nella logistica.

Andiamo con ordine: il gioco per ora, e sottolineiamo questa locuzione, non c’è. C’è stata un’involuzione che, negli intenti di mister Cotroneo, dovrebbe essere strumentale a una minore permeabilità. Fatto sta, però, che in tre gare sono stati quattro i gol presi. La stessa media precedente, insomma. Ma, e questo preoccupa di più, il Lecco ora tira poco in porta. Sempre più dell’avversario, per carità, ma d’altronde, Olginatese a parte, il Lecco avrebbe dovuto fare un solo boccone di Gozzano e Darfo. Invece con il Gozzano se l’è cavicchiata e con il Darfo ha fatto una fatica enorme. Detto questo, insomma, pur ammettendo che il tecnico calabrese non ha avuto molto tempo per conoscere giocatori e problemi di questa squadra, bisogna cambiare al più presto vela. Altrimenti a partire dalla prossima trasferta di Piacenza, si rischia il tracollo calcistico.

Clicca per ascoltare la puntata di Bruschi & Villani

La seconda questione è societaria. Mercoledì dovrebbe avvenire il passaggio delle quote dalla famiglia Invernizzi a Salvatore Ferrara. Un passaggio fondamentale della storia societaria recente. Ma anche un momento bruttissimo in cui farlo. Il Lecco è a un passo dai play-out, in caduta libera, e le prime mosse operative del nuovo Lecco, al di là degli acquisti che sono sembrati azzeccati (Tignonsini su tutti), non sono sembrate il massimo.

Il trasferimento degli allenamenti al centro sportivo del Bione sta provocando proteste sotto traccia dei giocatori che devono correre su un campo, il quattro, che è già “arato” per così dire, dai giovanotti del rugby Lecco. Senza parlare degli spogliatoi. Allo stadio i giornalisti sfrattati dalla sala stampa, sono finiti nell’angusta, fredda e buia anticamera degli spogliatoi. Il tutto per far diventare una mensa il locale che fu sala stampa. Tutte cose migliorabili e la buona volontà sembra esserci, ma, diciamo così, non certo mosse roboanti. Si spera che l’impasse attuale sia dovuta solamente alla formalizzazione non ancora avvenuta del passaggio di quote. E che, dopo, cambierà tutto. Ma l’impressione è che, pur parlando di oculatezza, la nuova società in verità non abbia granché da spendere. Pronti a essere smentiti, non vorremmo essere finiti dalla classica padella nella brace. Diamo tempo, però, a Salvatore Ferrara di insediarsi. E di lavorare. Dopo di che trarremo le conclusioni, ma, nel frattempo, togliamo la squadra dalle sabbie mobili dei bassifondi. Sprofondare è un attimo.

A risentirci. 

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