Insieme compongono la parte “fisica” della difesa della Calcio Lecco: stiamo parlando di Luca Redaelli, lecchese doc, e Stefano Tignonsini, capitano bluceleste.
La linea arretrata bluceleste è stata quella più bersagliata dalle critiche in questa fase iniziale del campionato, in special modo dopo le batoste contro Aurora Seriate e Inveruno, in cui come capro espiatorio era stato preso proprio “Tigno”, da cui tutti si aspettavano di più dopo l’impatto della scorsa stagione, in cui sigillò la porta insieme a Bergamini, Frattini e, appunto, Redaelli.
In queste prime sette giornate non tutto è andato per il meglio, il lecchese si è infortunato nell’ultimo turno di Coppa Italia del 31 agosto, mentre il capitano ha dovuto fare i conti con una forma fisica imperfetta e le incertezze di un reparto rivoluzionato, a conti fatti, per due quarti, con il solo Bugno rimasto dalla passata stagione tra gli arruolabili.
Negli ultimi due match contro Caravaggio e Virtus Verona si è vista una crescita complessiva della squadra, che sta pian piano trovando un suo equilibrio e il quinto posto in coabitazione con Pergolettese e Mapello lascia sensazioni positive all’interno del gruppo di lavoro bluceleste.
“E’ vero, abbiamo faticato a trovare gli automatismi – esordisce Tignonsini – ma basta poco a rompere gli equilibri di una partita, come dimostrato anche dal gran gol di Cardinio. Il campionato è livellato, non mi spaventa dover affrontare ancora Castiglione, Seregno, Pro Sesto e via dicendo, perchè non vedo una squadra in grado di ammazzare il girone. Domenica era importante far punti, loro sono retrocessi dai professionisti e hanno in squadra giocatori di assoluto livello, questo ci permette di dare continuità al lavoro che svolgiamo in settimana”.
Idee ben chiare anche sulle critiche ricevute: “Bisogna aver pazienza, con l’andare degli anni ho imparato a eliminare l’altalena di emozioni che è normale avere da giovani, la squadra mi ha dato una mano e sono orgoglioso di essere il loro capitano”.
Nell’ultimo match casalingo, inoltre, la fascia destra della difesa è tornata a essere calcata proprio da Redaelli, che ha pagato la condizione fisica ancora da ritrovare ma ha dato un buon contributo a livello difensivo per i 60′ in cui è stato sul terreno di gioco.
“Sapevo di non essere il Maldini della situazione, l’uomo in grado di sistemare da solo la difesa – ci tiene a precisare “Reda” – Sul ruolo da interpretare non ho problemi, l’importante è aver ritrovato il campo e le emozioni della domenica. La Castellana? Una squadra rognosa, hanno bisogno di punti e puntano molto sulla quantità per ottenerli. Dovremo esser bravi a non prender gol, poi davanti abbiamo la qualità per far male a tutti.”
Sul futuro e il passaggio tra i “pro” che tarda ad arrivare, Redaelli esibisce il tipico pragmatismo che lo accompagna sin dal suo esordio, avvenuto il 2 settembre 2012 (Lecco 3-1 Skt. Georgen): “Se sono ancora in Serie D evidentemente mi manca ancora tanto prima di poter salire di categoria”.
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