
4-3-3, corsa, aggressività e sfruttamento delle palle ferme. Ogni squadra che si rispetti ha bisogno di certezze su cui basare gioco e lavoro settimanale. Certezze che anche il Lecco sta pian piano trovando: Bertolini ha dato un assetto tattico pressochè definitivo alla squadra, salvo sfumature, conscio che in questo momento è necessario fare di necessità virtù soprattutto per fare “centro” nella porta avversaria.
Con Pro Patria e Virtus Bolzano sono arrivati due gol “da fermo”, nati da due dei tanti schemi che il tecnico prova durante la settimana. Situazioni che, come da lui ammesso, “portano a segnare tanto, lo dicono le statistiche e io ci credo molto“. Al netto dei problemi offensivi che affliggono la squadra, ancora priva di una prima punta di ruolo, anche le trame offensive iniziano a essere più incisive, con Ronchi e Caraffa che sono risultati essere tra i migliori in campo contro i trentini. Chissà che dalla lista degli svincolati non arrivi un altro aiuto a Bertolini, che potrebbe anche liberare Locatelli da compiti che al momento poco si addicono alle sue caratteristiche.
Passando alle altre due linee della squadra, non si possono non citare i netti miglioramenti di Karamoko, che su certi terreni di gioco fa la differenza, mentre ai suoi fianchi hanno svolto un lavoro ombroso ma utile Cataldi e Cannataro, anche se quest’ultimo è ancora in ritardo di condizione. Infine, in difesa manca ancora un po’ di lucidità nel leggere i tagli alle spalle, ma lievita costantemente il livello di cattiveria nei contrasti: contro il Cavenago Fanfulla tornerà anche Dejori, che ha già capito di saperci fare in tal senso.
