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Bruschi e Villani

Bruschi & Villani 16 Settembre 2013
Il Lecco non va

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Tempo di lettura 3 minuti

Il Lecco non va.

Non va per tanti motivi ma non solo e non tanto perché, come dice mister Butti, i giocatori non hanno la giusta determinazione. Troppo semplice dare la colpa ai blucelesti perché non ci mettono la grinta di roncariana memoria. Anzi, proprio il paragone con la squadra di mister Fiorenzo Roncari ci fa venire in mente che Butti in qualche cosa stia sbagliando: Mauri, Di Ceglie, Aldegani, Rota, Redaelli, Gritti, tanto per citare solo alcuni dei “sopravvissuti”, l’anno scorso erano tra i più grintosi. Visti oggi sembrano non dico delle mammolette, ma nemmeno dei guerrieri. Delle due l’una: o sono ancora lontani dalla piena forma fisica e, dunque, non riescono a “mordere” il terreno di gioco, oppure Butti non riesce a trasmettere loro la grinta necessaria.

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E qui viene il secondo aspetto da tenere presente: contro il Piacenza qualsiasi squadra potrebbe perdere. È una formazione forte, quadrata, con giocatori di categoria superiore. Eppure resta la sensazione che il tecnico valmadrerese abbia dato ai biancorossi un vantaggio di partenza: quello di far giocare il Lecco a una sola, isolatissima, punta. Eppure fino a venerdì aveva tessuto le lodi di Nicola Rota, unico possibile compagno d’attacco di Castagna visto che Cardinio non è, o non è ancora, una seconda punta. In conferenza stampa Butti ha poi spiegato che Rota era stanco p er la partita di mercoledì. Anche in questo caso, delle due l’una: o il venerdì è utilizzabile, anzi quasi titolare, oppure il sabato è stanco. Non può essere titolare e stanco tanto da non voler quasi scendere in campo a distanza di 24 ore.

Tirando le somme, appare chiaro che l’inesperienza di mister Giuseppe Butti nel gestire una prima squadra e un campionato come quello di serie D, sta dando problemi sia tattici che motivazionali, al Lecco. Problemi resi ancor più gravi da un calendario gaglioffo, da una squalifica del campo di inaudita pesantezza e da formazioni avversarie più calate nella realtà della serie D. Nulla di irreparabile, certo, ma il tecnico malgratese dovrebbe, secondo noi, badare più al sodo e meno al teorico. Il 3-5-2, finché non avrà tutti gli elementi giusti a sua disposizione (intendendo con ciò anche qualche nuovo acquisto), è difficilmente applicabile. Sta a lui pensare a delle alternative, non a noi. Ma la partita di Ponte San Pietro, una delle più dure che potessero capitare in questo momento, è un po’ uno spartiacque: o il Lecco vince, oppure con un punto in classifica, massimo due in caso di pareggio in terra bergamasca, dopo quattro giornate, c’è da preoccuparsi. Va bene non nutrire sogni di gloria resi impossibili da una situazione societaria quantomeno confusa, ma i tifosi non possono certo aspettarsi un campionato per non retrocedere.
Questo, francamente, sarebbe troppo. Per tutti.

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