
Sono ancora i giorni del post Lecco-Virtus Verona. Giorni densi di discussioni e dichiarazioni dai toni concilianti dalle parti del “Rigamonti-Ceppi”, ma abbiamo imparato che basta veramente poco per riaccendere «il fuoco che sembra spento e spesso dorme sotto la cenere». Sarà anche vero che «non ci sono allenatori» pronti a sostituire mister Mauro Zironelli, ma determinate spinte arrivate dalle cronache nazionali fanno storcere il naso; di tensioni interne ce ne sono già a sufficienza, senza che siano necessarie illazioni ad aggiungerne di ulteriori. Del resto, lo abbiamo già detto ma va ripetuto, piazza e squadra hanno fatto quadrato intorno alla guida tecnica e al diesse Domenico Fracchiolla, perché la sensazione comune è che il lavoro imbastito sia di buon livello e assolutamente degno di essere portato avanti fino alla fine (almeno) di questa stagione.
Ovviamente squadra e staff, in senso ampio, vanno lasciati lavorare con la necessaria tranquillità. Ripetiamo ancora: devono avere il tempo di fare e sbagliare, di passare dal livello di Lecco-Padova a quello di Triestina-Lecco. E sicuramente non fanno bene le voci, che sembrano tanto arrivare ad arte, di potenziali dirigenti e/o allenatori interessati a ereditare le cariche che, secondo le ultime dichiarazioni presidenziali, potrebbero diventare vacanti a stretto giro di posta: del resto i professionisti senza cattedra e panchina sono tanti, soprattutto nel panorama della terza serie italiana. Per dire: prima che Fracchiolla firmasse il rinnovo in estate, il patron Paolo Leonardo Di Nunno era stato avvicinato a più riprese da Filippo Marra Cutrupi, giornalista professionista in grado di trasmettere la passione al figlio Francesco, ma soprattutto recente diggì di Grosseto prima (2019/2020), con tanto di partecipazione all’avvelenato post partita di un anno fa, e Juve Stabia poi (giugno-luglio 2021). Sarà finita lì? Difficile dirlo, ma l’esempio si potrebbe sicuramente allargare ad altri profili: l’organico è buono, la piazza ambita. In soldoni: Lecco fa gola, anche se una cacciata di staff e dirigenti potrebbe aprire a un fuggi fuggi dei big, tanti dei quali sono in scadenza di contratto. E in quel caso bisognerebbe anche solo a come tenere in piedi la baracca: si fa in fretta, con le scelte di pancia, a piombare nell’inferno della zona retrocessione.
Di sicuro determinate le voci, anche quelle più assurde, non fanno particolarmente bene a un ambiente destabilizzato: ad Alessandria ci attendiamo una squadra arrabbiata si, ma contratta pure, perché la tensione è arrivata a livelli di guarda, in Serie C non si sono toccati forse nemmeno ai tempi del tradimento commesso ai danni di mister Marco Gaburro. Rispetto ad allora, però, sotto al patron l’ambiente dà l’impressione di essere ben più compatto e voglioso di reggere l’urto delle sfuriate: una vittoria con la Juventus U23 getterebbe ulteriore collante e aiuterebbe a resistere anche alle scosse di assestamento di questi ultimi giorni, tappando gli spiragli che da fuori si tenta di allargare.
